SENATORE DELLA REPUBBLICA


Comunicato Stampa

 

 

 

 

si tenta di trasformare la Mitrokhin in improprio dossieraggio

 

Per anni la Commissione Mitrokhin ha provato ad approfondire nel dettaglio un dato storicamente inconfutabile: quello della presenza in Italia di una rete spionistica facente capo al blocco comunista sovietico e ai servizi segreti dell'Est. Ma il lavoro che la Commissione ha svolto e le conclusioni che ha raggiunto non hanno interessato come meritavano gran parte della politica e dei mass media. Oggi vicende tragiche svelano quanto quegli accertamenti dessero fastidio ai residui di apparati spionistici e ai loro riferimenti in Occidente, ma la Sinistra italiana e certa stampa "di affiancamento" trasformano il tutto in una questione di improprio dossieraggio. Come per il presunto scoop di Deaglio (presunto scoop ma reale flop), anche in questo caso l'esito obbligatorio sembra essere un complotto anti-Prodi: ma se a carico di costui erano state raccolte informazioni interessanti, perché mai non sono state poi adoperate in campagna elettorale? E vogliamo davvero credere che l'ex colonnello Litvinenko venga ucciso, e venga messa in pericolo la vita di altre persone, a cominciare da quella del sen. Guzzanti, perché si sarebbe commissionata una informativa su un soggetto di nome Pecoraro Scanio? Serietà esigerebbe altro tratto. Ben venga ogni approfondimento possibile, anche da parte del Copaco (magari viene fuori anche come mai Prodi conosceva il covo in cui era nascosto Moro, e perché lo ha reso noto). A condizione di non perdere di vista l'oggetto principale: la riscontrata complicità con il nemico, al tempo dei blocchi contrapposti, di non pochi italiani con ruoli di responsabilità istituzionale.


Roma, 27 novembre 2006

Sen. Alfredo Mantovano


 

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