![]() SENATORE DELLA REPUBBLICA |
Comunicato Stampa |
Per cogliere quanto è ideologico il dibattito sui pacs è sufficiente ricordare che l'art. 1 del DPR 30.05.1989 n. 223, Approvazione del nuovo regolamento anagrafico della popolazione residente, già parifica, a tanti effetti concreti, le famiglie alle convivenze; al co. 1 spiega infatti che "L'anagrafe della popolazione residente è la raccolta sistematica dell'insieme delle posizioni relative alle singole persone, alle famiglie ed alle convivenze che hanno fissato nel comune la residenza", mentre al co. 2 precisa che "L'anagrafe è costituita da schede individuali, di famiglia e di convivenza". Per fare un esempio di diritti - già esistenti - in capo ai singoli che fanno parte di una coppia di fatto, la Corte Costituzionale (sentenza n. 404/1988) ha riconosciuto al convivente more uxorio il diritto di succedere nel contratto di locazione in caso di morte del compagno conduttore dell'immobile, o anche, in presenza di figli, quando costui si sia allontanato dall'abitazione alla fine del rapporto di convivenza; per stabilire quando vi è convivenza la Consulta ha fatto riferimento all'accertamento anagrafico, cioè proprio al DPR prima citato.
Se così è, che senso ha immaginare forme differenti di registrazione? La questione non è di merito: la rassegna di ciò che alle coppie di fatto è già riconosciuto da legge ordinaria, Corte costituzionale e giurisprudenza è esaustiva. La questione è politica e ideologica: si vuole configurare - nonostante le assicurazioni di segno contrario - un modello alternativo di famiglia. Di più: un governo che non riesce a ritirarsi dell'Afghanistan, ad abolire la legge sulla droga, o a cancellare la Fini Bossi, può dire di esistere solo su questo fronte. Contrastarlo giova alla famiglia e alla politica.
Sen. Alfredo Mantovano
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