ALFREDO MANTOVANO
Deputato al Parlamento italiano
RESPONSABILE DI A.N. PER I PROBLEMI DELLO
STATO


Comunicato Stampa

  numero 2 30  ottobre 2000

Mantovano (AN): la pillola del giorno dopo viola la legge 194
Lo ha detto in passato lo stesso Ministero della Sanità


In base alla letteratura scientifica, la contraccezione d'emergenza, o pillola del giorno dopo, impedisce il proseguimento dello sviluppo dell'embrione già formato, rendendone impossibile l'annidamento nella parete uterina. Non si tratta, dunque, di un effetto contraccettivo, ma di un effetto antinidatorio, e quindi di un abortivo, dal momento che l'effetto antinidatorio si può estrinsecare solo dopo l'avvenuta fecondazione. Autori non cattolici come Baulieu, l'inventore della RU486, confermano che l'interruzione della gravidanza dopo la fecondazione va considerata alla stregua di un aborto.

Autorizzando la distribuzione della pillola del giorno dopo, il ministero della Sanità viola gravemente la legge 194/1978. Quella legge impone alla donna che intenda abortire di rivolgersi al consultorio o al medico di fiducia, i quali devono svolgere i necessari accertamenti medici, tentare un'opera di dissuasione, e rilasciare il certificato che permette di eseguire l'intervento. La vendita della pillola in farmacia al di fuori della procedura ricordata rende il medico e il farmacista responsabili del reato previsto dall'art. 19 della stessa legge (aborto clandestino). Ciò che sconcerta è che il Ministero della Sanità nella relazione sull'attuazione della legge 194/78 per l'anno 1992 (pubblicata il 5 aprile 1994) scriveva a pag. 25: "è motivo di preoccupazione il diffondersi probabile di metodiche impropriamente chiamate contraccettive, che in realtà non impediscono la fecondazione dell'ovulo, e che perciò non vanno catalogate nel campo della contraccezione. Variamente denominate("pillola del giorno dopo", contragestazione", "pulizia mestruale") queste metodiche vengono usate dopo un rapporto non protetto, omesso l'accertamento di gravidanza. Sfuggono perciò ad ogni controllo, anche se violano la legge 194, il cui art. 1 non distingue la tutela della vita prima o dopo l'impianto e possono aumentare in modo non verificabile la quantità di abortività clandestina". Perché oggi lo stesso ministero ha mutato indirizzo?

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