Se la prima ricostruzione del dirottamento di ieri rinvia ad un'azione dilettantistica che appare strana, l'errore da evitare è ridurre quanto accaduto ad un indecifrabile episodio di scarso equilibrio soggettivo. Non si può ignorare che quanto è accaduto si inserisce in un quadro di malessere profondo, interno al più grande Paese musulmano del Mediterraneo e in un quadro più ampio di tensioni artatamente fomentate da organizzazioni ultrafondamentaliste, ma anche da autorità religiose, e al tempo stesso politiche, di Paesi a maggioranza islamica.

Ma non rende tranquilli neanche quello che accade anche in Italia. Non tranquillizza la mancata sottoscrizione della Carta dei valori in sede di Consulta per l'Islam italiano, sintomo evidente di non condivisione dei principi di civiltà che fondano la Costituzione; né tranquillizza che i crocifissi scompaiano dalle aule scolastiche e da quelle di giustizia, mentre la preghiera del Ramadan compare nelle stanze del Viminale; né, infine, tranquillizza la condizione di soggezione di tanti appartenenti a comunità islamiche presenti in Italia. Non si tratta di evocare lo scontro di civiltà, si tratta di sforzarsi per mantenere in piedi una civiltà: e questo dovrebbe prescindere dall'appartenenza a un partito o a uno schieramento.

Roma, 4 ottobre 2006

Sen. Alfredo Mantovano