![]() SOTTOSEGRETARIO DI STATO AL MINISTERO DELL'INTERNO Dipartimento della Pubblica Sicurezza |
Comunicato Stampa |
“SE PARLI TI TOLGO QUELLO CHE TI SPETTA"
Nell’intervista resa a la Repubblica, l’on. Emma Bonino ha invocato “una nuova resistenza” “contro le molestie clericali”. La premessa di questo compendio di fondamentalismo laicista è che “in Italia il Papa dice, la stampa riprende e la classe politica si inginocchia”: il fastidio non è quindi solo nei confronti della classe politica, ma anche della “stampa”, rea di riprendere ciò che “il Papa dice”. Bonino afferma che “le regole di convivenza sono stabilite dal Concordato: in cambio di benefici economici evidenti c’è una restrizione dell’interferenza politica della Chiesa. Se invece si vuole fare politica come in altri paesi, allora aboliamo il Concordato”. Ma le disposizioni del Concordato del 1929 e dell’Accordo di revisione del 1984 stabiliscono diversamente: i “benefici economici evidenti” costituiscono un risarcimento transattivo rispetto a ciò che alla Chiesa era stato sottratto con l’Unificazione e le modalità per evitare reciproche interferenze non rispondono alla regola “se parli ti tolgo quello che ti spetta” (che tecnicamente il codice penale definirebbe “estorsione”). Qual è il criterio per capire se un ecclesiastico travalica il confine dell’azione pastorale e “fa politica”? Per quale motivo dovrebbe tacere su temi che attengono direttamente all’esistenza umana, dal diritto alla vita alla tutela della salute, dall’integrità della famiglia alla libertà di educazione? Il 13 giugno di quest’anno il fronte laicista ha subito un trauma: la quota 75 di non voto al referendum. Dopo qualche settimana di sbandamento, la terapia per riaversi è stata individuata in una sorta di rivincita, che passa contemporaneamente dalla negazione o dalla limitazione di diritti naturali e da manifestazioni apertamente anti-cristiane. Si spiega così la moltiplicazione di proposte che ci martellano dalla fine dell’estate: dai pacs alla RU 486 fino al rilancio dell’eutanasia. Ma si spiega anche il livore contro la Chiesa e il grido in difesa della laicità dello Stato a loro dire calpestata. La classe politica che nella campagna referendaria si è schierata per il non voto è chiamata a raccogliere senza incertezze la sfida, difendendo nelle aule parlamentari il diritto alla vita, la tutela della salute, l’integrità della famiglia e la libertà di educazione, contrapponendosi con i fatti agli strampalati richiami alle “nuove resistenze”.
on. Alfredo Mantovano
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