SOTTOSEGRETARIO DI STATO
AL MINISTERO DELL'INTERNO
Dipartimento della Pubblica Sicurezza


Comunicato Stampa

 

 

 

 

 

Un patto per la sicurezza legato al territorio della provincia di Lecce

 

Intervenendo oggi ai lavori del Congresso provinciale della Uil di Lecce, e in particolare alla tavola rotonda dedicata alla relazione fra sicurezza, legalità e sviluppo, l’on. Alfredo Mantovano ha condiviso per intero la proposta, proveniente dal segretario provinciale della Uil Salvatore Giannetto, di un patto per la sicurezza legato al territorio della provincia di Lecce. A condizione che siano individuati i soggetti contraenti e le clausole del patto: e fra i soggetti, oltre a quelli istituzionali, delle istituzioni centrali e del territorio, non possono mancare le categorie maggiormente interessate, il sindacato e il sistema del credito. Fra le anomalie del tessuto economico del Salento, non oggetto ancora di una adeguata riflessione, vi sono:

  • le alterazioni del sistema di aggiudicazione degli appalti, che hanno conosciuto un approfondimento tre anni fa col monitoraggio eseguito dalla prefettura di Lecce, alla stregua del quale è in corso il processo penale a carico dei responsabili delle alterazioni identificati;
  • le truffe ai sostegni comunitari. Sulla base di una rilevazione eseguita dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Lecce, emerge che nel territorio di questa provincia, nel periodo dal 1° gennaio 2001 al 6 marzo 2006 i soggetti denunciati all’autorità giudiziaria (per lo più imprenditori e consulenti) per frodi alla legge 488 sono stati 125, di cui 39 in stato di arresto. Il dato più significativo è quello relativo alla somma delle indebite percezioni: 107.106.844 euro: 200 miliardi delle vecchie lire, il doppio di quanto è previsto per il 2006 per il sostegno al TAC nell’intero territorio pugliese (che pure non è poco). La Gdf è andata oltre, sommando in 2.379 il numero dei posti di lavoro inseriti nel business plan allegato alle richieste di finanziamento; poiché il numero dei posti di lavoro effettivamente occupati è stato pari a 562, ben 1.817 posti di lavoro sono andati in fumo perché le somme comunitarie destinati a essi sono finite nelle tasche dei truffatori.

Va aggiunto che si è di fronte a un fenomeno non episodico né occasionale, ma continuativo e sistematico. Un patto per la sicurezza non può trascurare quest’aspetto, coinvolgendo quelle associazioni di categoria e quegli addetti ai lavori ordinariamente pronti a lamentare carenze istituzionali, ma non altrettanto pronti ad affrontare con la decisione che meritano questioni di tale tipo.



Roma, 7 marzo 2006



 

vedi i precedenti comunicati