La risposta fornita dall'on. Gianni Rivera alla mia interpellanza sull'Isola di S. Andrea ha veramente dell'assurdo. Avevo chiesto spiegazioni al presidente del Consiglio, dal momento che nella vicenda sono interessati, oltre al ministero della Difesa, anche il ministro dell'Ambiente e il ministro dei Beni culturali. Far rispondere il sottosegretario alla Difesa è già una scelta di merito: vuol dire che per questo governo il problema è soltanto quello di dare seguito al programma di dismissioni avviato con la Finanziaria 1997; come se un'isola con rilevanti ricchezze naturali fosse parificabile a una caserma in disuso (ho regalato al rappresentante dell'esecutivo una copia di una monografia sull'isola, perché colga anche visivamente la differenza)! E' altresì assurdo che il governo riconosca, come ha fatto l'on. Rivera, i vari strumenti di tutela che l'UE, il ministero dei Beni culturali e la Regione Puglia hanno predisposto per l'isola: ma poi a questo non faccia conseguire l'impegno, per quanto di sua competenza, a un progetto di recupero ambientale dell'ecosistema nel quale S. Andrea è inserita. Infine, è assurdo che il governo di centrosinistra vada di contrario avviso ai partiti di centrosinistra di Gallipoli, al punto che domani l'uno e gli altri saranno avversari in giudizio. L'unico punto sul quale l'on. Rivera merita condivisione è la censura da lui mossa al comune di Gallipoli per non aver esercitato la prelazione per l'acquisto dell'isola. Di fronte a tanto concreto disinteresse, c'è solo da augurarsi che la controversia giudiziaria in atto lasci in sospeso la cessione dell'isola fino a elezioni politiche e amministrative definite: solo così si potrà consentire che l'isola di S.Andrea resti ai gallipolini.