ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:    IN PRIMO PIANO     Pag.    5)
Martedì 18 gennaio 2005

F. Str

LA RIFORMA 

 

 Legge elettorale, il centrosinistra si prepara a fare ostruzionismo


 

BARI - Lo sbarramento sarà al 4 per cento, mentre la norma antiribaltone non sarà inserita nel disegno di legge sulla riforma elettorale. Sarà introdotta in una leggina che verrà votata separatamente e in una successiva seduta del consiglio regionale. Questo per impedire che eventuali eccezioni di costituzionalità sulla norma anti-ribaltone possano travolgere l'intera legge elettorale. È l'accordo con il quale il Polo si presenterà stamattina in aula per discutere e approvare la contestatissima riforma elettorale. Il centrosinistra ha promesso che risponderàcon una dura manovra ostruzionistica. Ieri, dopo continui rinvii dell'orario di avvio della seduta, vi è stato solo il tempo per la lettura della relazione. L'inizio del dibattito è stato rinviato ad oggi.

Dopo le fibrillazioni di un mese fa, il centrodestra appare determinato ad approvare la normativa. Ieri mattina si è riunito il coordinamento di An, sotto la direzione di Alfredo Mantovano. Il quale, subito dopo, ha dettato alle agenzie che «lo sbarramento al 4 per cento è invalicabile». E ha invocato un articolo antiribaltone «che non è contro tizio o caio») , una specie di decadenza del governatore eletto se dovesse cambiare maggioranza. Subito dopo si sono riuniti i consiglieri regionali di An che, in un secondo momento, hanno allargato la riunione a Raffaele Fitto. Conclusione: è stato definitivamente sancito che lo sbarramento sarà al 4 per cento. Si tratta di una richiesta su cui il partito di Fini è apparso irremovibile: serve ad evitare la concorrenza dei piccoli partiti di destra nella distribuzione dei seggi, tanto più necessaria se collegata all'eliminazione del listino (che riservava ad An 3-4 seggi sicuri) e alla contemporanea presenza della lista di Fitto. Il governatore ha tentato di convincere An ad abbassare al 3 per cento la soglia di accesso (e non perdere così il Nuovo Psi) , ma non c'è stato verso.

In realtà, il maxi-emendamento con cui la maggioranza tenterà di stravolgere il testo licenziato dal la commissione Affari istituzionali (e votato dall'opposizione e due dissidenti del Polo) contiene due opzioni. La prima introduce seccamente lo sbarramento al 4 per cento; la seconda prevede il 5 per cento a regime nel 2010, e un 3 o 4 per cento da applicare in sede transitoria, ossia le imminenti elezioni regionali. Gli altri punti qualifican ti: voto disgiunto, abolizione del listino, ineleggibilità per sindaci e presidenti di provincia, attribuzione del 60% dei seggi alla coalizione collegata con il governatore eletto, ripartizione dei resti su base provinciale (il che aumenta l'effetto dello sbarramento). li testo licenziato dalla commissione (sostenuto dal centro sinistra) è stato illustrato ieri in aula dal socialista Alberto Tedesco. Nella sostanza ricalca il testo vigente, il cosidetto Tatarellum: sia perché l'opposizione ha sempre sostenuto che vi fosse un accordo bipartisan per salvarne l'impianto (accordo «disatteso dalla maggioranza»); sia perché il centrosinistra contrasta ogni ipotesi di sbarramento; sia perché una legge elettorale totalmente nuova comportal'onore della spesa e dell' organizzazione della tornata elettorale (anche questa ipotesi avversata tenacemente). Il testo del centrosinistra conferma l'esistenza del listino, del voto disgiunto, della preferenza unica, del recupero dei resti su base regionale. Prevede il rimborso elettorale e la convenzione con il Ministero degli Interni per l'organizzazione. Introduce una norma di salvaguardia per la presenza dei sessi (una lista non può contenere più del 70 per cento di candidati appartenenenti allo stesso sesso).

A parte la critica feroce contro lo sbarramento (che finisce per penalizzare 5-6 liste del centrosinistra), l'opposizione contesta un'altra norma che considera «aberrante»: quella che consente di attribuire il 60% di seggi alla coalizione (collegata al governatore vincente) che abbia conquistato almeno il 40% dei voti. È simile, si dice, alla norma prevista nella legge sull'elezione dei sindaci. E serve ad evitare «l'anatra zoppa» (sindaco di un colore, maggioranza di un'altra). Ma in questo caso, dice l'opposizione, si vota a doppio turno. Nel caso regionale, il turno unico, si potrebbe avere la possibilità di una coalizione che ha conquistato il 50% per cento o anche di più dei voti e vedersi assegnare solo il 40% dei seggi. L'attuale Tatarellum, al contrario, prevede sì l'accesso al listino per il premio di maggioranza, ma in maniera graduale, in rapporto ai voti conseguiti dalla coalizione.


    

 

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