ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: IN PRIMO PIANO    Pag  5   )
sabato 3 gennaio 2004

Antonio Castaldi

L'INTERVISTA

 

Pellegrino: solidi i rapporti con il centrodestra


 

LECCE - "Nessuno più di me è vicino alla Banca 121. Sono stato io a presentare De Bustis a D'Alema. Ma non ci vedo nulla di strano. Del resto è noto a tutti che Lorenzo Gorgoni è amico di Raffaele Fitto e che Giovanni Semeraro era un grande elettore di centrodestra". Giovanni Pellegrino interviene in tackle scivolato nella polemica sull'attribuzione "politica" dell'operazione che portò l'ex Banca del Salento nelle confortevoli stanze del Monte dei Paschi di Siena. L'ex senatore diessino parla senza pell sulla lingua. Ma di una cosa si dice sorpreso: "Di solito Mantovano si comporta da persona seria che sa quello che dice. Tuttavia, in questa occasione, i risentimenti personali nei confronti di Massimo D'Alema risalenti alle scorse elezioni hanno avuto il sopravvento sulla sua capacità di stare al centro delle cose con la verità dei fatti".

Il riferimento è alle accuse del sottosegretario per niente velate al centrosinistra di aver orchestrato l'intera operazione e al presidente della Quercia di tacere il ruolo nella vicenda. Critiche poi ribadite a Lecce, nel corso di un incontro pubblico.

La versione dell'amministrativista leccese comincia molto prima: "Intorno alla metà degli anni Novanta - ricorda - assieme a Giorgio Costa (senatore di Forza Italia ndr) ci recammo dal governatore della Banca di Italia Fazio, e spendemmo alcune parole a favore del sistema bancario salentino. Ci preoccupavamo di quello che poteva avvenire se in una fase di crisi economica questa intricata rete di piccoli istituti di credito potesse essere rilevata da pesci molto più grossi, intenzionati a prelevare liquidi da noi per poi investirli altrove". Come andò a finire? "Fazio non ci fece sconti: le piccole banche salentine erano destinate a morire. Tutte tranne una, la Banca del Salento, proprio perché per la sua natura espansiva tendeva alla crescita. Sulla base di questo incontro, cominciai ad avere rapporti con de Bustis e Gorgoni e, successivamente, li presentai a D'Alema".

Sugll scenari politici che hanno incorniciato l'acquisto di Banca 121 solo da qualche giorno si comincia a parlare. Ma l'ex senatore della Quercia sembra intenzionato a collocare nel giusto ordine alcuni passaggi: "Non è vero che la famiglia Semeraro, come sostiene qualcuno (il Foglio del 24 dicembre 200. ndr), ha appoggiato D'Alema. Piuttosto è vero il con trario, ovvero che hann maggiori simpatie per il centrodestra. Non a caso Ricc ll figlio del patron Giovanni mi sembra abbia in tasca la tessera di An. Di tutta questa vicenda mi piacerebbe poi sentire il parere di Ugi Lisi, deputato di An e di Giovanni Meleleo, senatore dell'Udc. Cosa ne pensano? Non hanno forse anche loro amicizie all'interno dell banca in questione?". Interrogativi forse retorici, com l'elegante preterizione con cui Pellegrino conclude "Non lo dico per alimentare la polemica. Semplicemente all'interno della banca salentina c'erano posizioni politiche diverse".

 

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