LECCE - I quattro radioterapisti (tra cui il dottor Vincenzo Oriolo), che hanno vinto il concorso, saranno assunti tra pochi giorni e rilanceranno l'unico reparto ospitato dal polo oncologico dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce. L'assessore regionale alla Sanità, Salvatore Mazzaracchio, conferma: "Abbiamo bruciato tutte le tappe, sarà presto in funzione anche il secondo acceleratore lineare". Ma il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, molto sensibile alla vicenda del polo oncologico di Lecce (realizzato nel 1973 e mal entrato in funzione), chiede in una lettera all'assessore Mazzaracchio di mettere a punto un percorso per la valorizzazione della struttura e di prendere in esame eventuali convenzioni con altri istituti specializzati, come la Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo.
12 MILIONI PER IL POLO - Dice
Mantovano: "L'incidenza di patologie tumorali nel Salento è più elevata rispetto a quelle di zone limitrofe. La Regione, per la piena funzionalità del polo oncologico di Lecce, aveva redatto un progetto di adeguamento e di completamento per l'importo complessivo di circa 12 milioni di euro, a suavoltainserito nei finanziamenti previsti dall'ex articolo 20 della legge 67/1988: ciò consentirebbe di munire la struttura di 140 posti letto. Dopo il varo del piano di riordino ospedaliero, tuttavia, non si sa nulla dell'esito di tale percorso". E continua: "Ho verificato positivamente la possibilità di una convenzione con istituti specializzati, come la Casa Sollievo della Sofferenza".
BIOCCATI I FINANZIAMENTI - L'assessore Mazzaracchio "apre" a Mantovano ma spiega il ritardo dell'utilizzo dei fondi. "Ben vengano i suggerimenti costruttivi di Mantovano ma la Finanziaria 2003 ha tagliato i finanziamenti previsti dall'ex art. 20. E li ha posticipati al 2004. Con quei 1500 miliardi di vecchie lire potevamo fare tante cose. Ci stiamo dedicando a potenziare i servizi sanitari territoriali. E in questo scenario il polo oncologico di Lecce ha uno spazio rilevante, ma la sua valorizzazione andrà di pari passo con il piano di riordino ospedaliero, anche perché per lanciarlo occorrono anche personalità sanitarie eccelse. Sono favorevole alle convenzioni con gli altri istituti ma le vedo in uno scambio di esperienze perché la Regione intende potenziare le strutture sanitarie territoriali".