BARI - Le adesioni al Forum si moltiplicano, coslcome aumentano la pressione e le critiche del centrodestra verso l'iniziativa. Parlando alia televisione salentina Telerama, il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano, e stato netto. «Voglio comprendere la proposta dei govematori - ha detto - Se si tratta di migliorare le condizioni di vita nei Cpt, siamo pronti a discutere. Ma se l'obiettivo è la chiusura dei centri, non se ne parla nemmeno». Perchè, ha detto Mantovano, si tratta di strutture indispensabili ai fini dell'identificazione di chi arriva in maniera irregolare in Italia. Gli da man forte Michele De Feudis, dirigente nazionale di Azione giovani. «La legge Bossi Fini che vuole regolamentare gli ingressi in Italia - dice - viene ogni giorno demolita con le demagogiche dichiarazioni dell'onorevole Vendola». Il quale «demonizza i Cpt, mentre questi sono strumenti necessari per controllare il fenomeno dell'immigrazione clandestina». Per il capogruppo dell'Udc in consiglio regionale, Angelo Cera, «Vendola non deve insegnare ad alcuno, tanto meno allaPuglia, che cosa sia la generosita e l'accoglienza. I Cpt non vanno chiusi, almeno fino a quando non si trovino
degli strumenti altemativi. Che al momento non di vedono».
SICUREZZA E GIUSTIZIA - Immigrati, clandestini, pericolo. È un'associazione mentale facile da instaurarsi. Ne conoscono l'insidia i tanti esponenti della politica e dell'associazionismo che hanno aderito al Forum. La deputata barese Alba Sasso (Ds) prova a spezzare il senso della paura affidandosi alle parole di un sacerdote: monsignor Nozza, direttore della Caritas nazionale. «Non c'e sicurezza per nessuno - dice il prelato - senza solidarieta, coesione e giustizia sociale». La Sasso sottoscrive e rilancia: «La sfida è pensare a luoghi e politiche in grado di interrompere il meccanismo della clandestinita. Occorre aprire Ie frontiere quanto basta perchè la domanda di migrazione e la richiesta di manodopera si incontrino». Quanto ai cpt e agli altri
centri previstiti dalla normativa, si tratta di «strutture che non funzionano. Bisogna chiuderle. Bisogna lavorare per un'accoglienza vera che rispetti i migranti come soggetti di diritti».
STRATEGIE DI ACCOGUENZA - Ci sono altri esponenti del mondo della politica che aderiscono all'iniziativa. Per l'eurodeputato Enzo Lavarra (Ds), l'incontro di domani deve essere «un momento di rifiessione per una nuova politica dell'immigrazione che sappia andare oltre la legge
Bossi Fini». Lavarra invoca «una nuova strategia dell'accoglienza, dell'integrazione, dei diritti, della legalità». Due adesioni dal consiglio regionale della Puglia: il verde Mimmo Lomelo e il ds Michele Ventricelli. Secondo l'esponente del Sole che ride «ben sappiamo che il mondo è pieno di luoghi non accessibili ai giomalisti e questo non fa onore a chi pensa di esportare la democrazia con la guerra». In Italia, continua Lomelo, «i centri di permanenza temporanea sono strutture gestite dal govemo e non dovrebbero avere alcun interesse strategico, eppure sono luoghi "proibiti" aila stampa». Il consigliere Verde si dice convinto che il forum organizzato da Vendola «trasformerà la Puglia in un punta di riferimento Italiano ed europeo ed offrirà per la prima volta un nuovo modo di affrontare» il tema dell'immigrazione.
RISORSE PER IL PAESE - Analogo il pensiero del diessino Michele Ventricelli, secondo cui l'iniziativa di domani «farà di Bari il centro di elaborazione di una diversa politica nei confronti dei fenomeni migratori». Il confronto, dice, sarà incentrato «non solo sugli strumenti sociali da approntare per permettere una politica programmata di accoglienza, ma soprattutto sulle politiche di sviluppo per tutta l'area del Mediterraneo». La Cgil pugliese, per voce del segretario regionale Mimmo Pantaleo, si associa all'iniziativa ed esprime un giudizio perentorio. «I Cpt - dice il leader della Cgil - vanno chiusi perchè sono una vergogna nazionale, perchè violano la nostra legislazione e la nostra Costituzione, ma anche perchè è necessario passare ad una nuova legge». Una nuova normativa che «cancelli la Bossi Fini ed affermi l'idea che l'immigrazione «è una risorsa per il Paese». L'alternativa ai cpt «è un circuito qualificato di centri di accoglienza, che deve essere strettamente collegato ad un'idea di programmazione dell'immigrazione».
Il presidente nazionale dell' Arci, Paolo Beni, punta a rassicurare l'opinione pubblica. « Chiudere i Cpt - dice - non rappresenta un salto nel vuoto, come qualcuno vorrebbe far credere. Il fiusso di immigrati irregolari non si combatte con proibizionismo, detenzione ed espulsione. Ma si contrasta con regole che consentano ingressi legali e politiche di regolarizzazione, accoglienza, informazione ed assistenza. Per chi commette reati, c'e la legge che deve essere
uguale per tutti».