ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
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Martedì 10 dicembre 2003

Salvatore Avitabile

L'esponente di governo commenta la propsota di disegno di legge per l'equiparazione tra vittime di mafia e della criminalità organizzata

Grottella, Mantovano a Mariati: non si cambia la legge

Ne giorno della condanna dei sicari, il sottosegretario boccia l'ipotesi di modificare la norma sui risarcimenti


 

LECCE - «Certamente apprezzo lo spirito della proposta di modifica presentata dal senatore Alberto Maritati sulla legge 512/99, però mi pare che non sia questo lo strumento per intervenire. La prima obiezione a questo intervento riformatore non sarebbe politico ma tecnico. E vi spiego perché». 11 sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, gela così le aspettative del senatore diessino Alberto Maritati che il 3 dicembre scorso ha presentato una proposta di legge per modificare la 512/99, il cui "padre" è appunto il sottosegretario Mantovano, che contempla il riconoscimento del risarcimento dei danni per le vittime di mafia. Maritati chiede l'equiparazione tra vittime di mafia e vittime della criminalità organizzata o del terrorismo e l'aumento del fondo da 10 milioni di euro a 25 milioni di euro. L'iniziativa segue le polemiche divampate dopo il mancato riconoscimento mafioso della strage della. Grottella, che ieri ha registrato un'altra sentenza di condanna a carico dei componenti del commando. I familiari dei tre metronotte hanno perso i fondi della 512/99 ma sono stati risarciti come vittime della criminalità organizzata secondo la legge 302/90.

Sottosegretario, perché l'iniziativa dl Maritati è tecnicamente impraticabile?
«Facciamo un passo indietro. La legge 512/99, quella che proposi io nella passata legislatura e che fu poi approvata all'unanimità, faceva fronte ad un problema specifico, cioè quello derivante dall'applicazione dell'articolo 416 bis del Codice penale che ha introdotto l'associazione per delinquere di tipo mafloso. Questo articolo prevede al proprio interno una norma in base alla quale dispone la confisca da parte dello Stato dei beni di colui che viene riconosciuto come appartenente ad una associazione maflosa. Chi ritiene di aver subito un danno in seguito a questi reati, si costituisce parte civile. Era questa la situazione prima della 512. Si costituiva parte civile e vedeva le proprie ragioni riconosclute con una sentenza di condanna in proprio favore per gli interessi civili. Era un titolo che non poteva avere nessuna esecuzione perché i beni del mafioso, in virtù dello stesso articolo 416 bis, ammesso fossero trovati, venivano confiscati dallo Stato. Allora la mia legge ha istituito una sorta di partita dl giro. In pratica l 'Stato incamera questi beni, siano pochi o molti. Chi ha subito lesioni dal mafloso si rivolge direttamente allo Stato che istituisce un fondo per le vittime della mafia, alimentato in parte con le confische e con altri proventi. Il meccanismo prende le mosse dalla formulazione dell'articolo 416 bis del Codice penale. E fa fronte alla peculiarità a questa norma che sottopone a confisca i beni del mafioso. Per gli altri reati, come le rapine o altri fatti non aggravati dal fattore mafioso, non c'è questo automatismo con la confisca dei beni».

Per questo è illogico modificare la 512/99?
«Se si dovessero estendere gli effetti della 512 anche ad altri reati al di fuori del 416 bis si esce fuori dalla logica e dalla ratio che ha motivato quell'intervento riformatore. Ci si deve chiedere perché il 416 semplice sì e perché le rapine e le estorsioni no. L'elenco può essere lungo. Ripeto, apprezzo lo spirito dell'iniziativa di Maritati perché è un problema che riguarda le vittime dei reati I cui colpevoli siano impossidenti, però questa è un'altra questione. Non è certo la 512 lo strumento normativo sui quale intervenire. E ricordo che c'è già un'altra legge che interviene a sostegno delle vittime della criminalità organizzata e del terrorismo, è la 302/90, applicata nel caso della Grottella. Non è una legge che si muove in una logica risarcitoria, ma di indennizzo che è uguale per tutti tanto che la provvisionale con il decreto approvato nel 2003 è stata portata dal 20 al 90 per cento. L'iniziativa di Maritati è apprezzabile nelle intenzioni ma è uno strumento fuori dalla logica della 512, quindi andrebbe trovato un altro sistema. Io non sono contrario ad una sorta di testo unico in favore delle vittime dei reati, ovviamente con una graduatoria di attenzione a seconda della gravità e dei pesi di ciascun reato. Ma occorrono finanziamenti massicci, da qualche parte vanno recuperati. La maggioranza? Non so cosa farà, il parlamento è sovrano. Però immagino che la prima obiezione a questa proposta non sarà di carattere politico ma esclusivamente tecnica».

Oggi la Corte d'Assise ha inflitto l'ergastolo ad altre tre componenti del commando che agi alla Grottella. Ma anche in questa occasione l'aggravante mafiosa non è stata riconosciuta...
«Non commento le sentenza soprattutto quando vengono a seguito dl giudizi lunghi e complessi che hanno visto un approfondimento analitico. Il giudice ha ritenuto così, lo ha fatto in modo motivato e non si può che prendere atto di questa motivazione».

 

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