ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO (Sezione: IN PRIMO PIANO Pag. 2) |
Venedì 14 ottobre 2004 |
Francesco Strippoli La soddisfazione del ministro Alemanno, del sottosegretario Mantovano e di Fitto, che ieri ha firmato la petizione contro il «56»
L'annuncio di Fini: «C'è l'accordo, il decreto sul federalismo fiscale sarà modificato
BARI - La battaglia di Raffaele Fittto per la modifica del decreto 56 (fisco federale e trasferimenti di risorse alle Regioni) sembra ad una svolta decisiva. Il vice Premier Gianfranco Fini ieri ha annunciato che all'interno della casa delle libertà è stato raggiunto un accordo per la modifica det decreto. E, in Particolare, della parte «che detetminerebbe danni al Mezzogiorno». L'intesa è maturata nel corso del vertice convocato l'altra notte sul tema delle riforme costituzionali (e delle conseguenti fibrillazioni interne del centrodestra). Fini ha annunciato che la decisione «è condivisa dal presidente del consiglio» e soprattutto «dal Ministro Calderoli» (Lega Nord). Elemento non di poco conto, se è vero che finora solo da parte leghista (ma non da Calderoli) erano arrivate obiezioni alle richieste della Puglia di modificare il 56. Il vice premier, che al riguardo nelle settimane scorse aveva scritto una lettera a Berlusconi, ha fatto intendere che la modifica no si potrà fare «senza sentire le Regioni e senza coinvolgere il ministro dell'Economia. Si tratta di un passaggio delicato e per nulla scontato. L'opposizione della Puglia (e della Campania che si è unita a Raffaele Fitto nel ricorso al Tar e alla Corte costituzionale) fa il paio con la ferma determinazÌone di molte regioni settentrionali a tenere il decreto 56 così com'è. L'attuale formulazione, infatti, finisce per favorire le regioni settentrionali. Fitto non è pessÌmista al riguardo. Lo ha fatto intendere ieri pomeriggio al banchetto allestito in piazza San Ferdinando a Bari, per la raccolta delle firme sulla petizione da egli stesso ha lanciato contro il 56. Dopo aver firmato, Fitto si è intrattenuto con i cronisti e ha fatto capire che nOn teme l'ostruzioriismo delle altre regioni. Le quali nel luglio 2003 furono tutte concordi, tranne la Puglia, nel dare corso all'attuazione del decreto sul fisco federàle.L'atteggiarnento sta cambiando, ha detto Fitto, e lo «si vede anche dal fatto che la Campania ha modificato la propria iniziale posizione e come la Puglia ha presentato due ricorsi». Contro i quali il governo si è costituito in giudizio, ma «non poteva essere diversamente: il consiglio dei ministri non può non difendere un decreto vigente». Il governatore si è augurato tuttavia che le modifiche arrivino prima del 10 novembre quando è prevista la prima udienza davanti al Tar del Lazio. Fitto nel «prendere atto molto positivaménte delle parole di Fini», ha aggiunto che si tratta di considerazioni che «confermano la validità delle iniziative della Regione Puglia». Il governatore non ha perso occasione per bacchettare i Ds ( «sono gli unici a non firmare la petizione») e lo stesso Massimo D'Alema («del quale ho ascoltato dichiarazioni molto nerVose: capisco l'isolamento nel quale si sono cacciati i Ds, ma mi sembra un po' troppo usare certi termini o assumere certi atteggiamenti»). Sulla vicenda prendono posizione anche due esponenti di An, che esultano per l'intesa raggiunta l'altra notte. Si tratta del coordinatore regionale Alfredo Mantovano (ispiratore della lettera inviata da Fini al premier) e del ministro Gianni Alemanno.
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