«La Santa Sede può essere determinante». Ieri manifestazione a Copertino
LECCE — «Mai il futuro
dell’umanità potrà essere
assicurato dal terrorismo e
dalla logica della guerra»
ha ammonito durante
l’Angelus di domenica 23
febbraio Giovanni Paolo II.
E ancora: «Per il mercoledì
delle Ceneri la Chiesa cattolica osservi una giornata
di digiuno e di preghiera»
per implorare «innanzitutto da Dio la conversione
dei cuori e la lungimiranza
delle decisioni giuste per
risolvere con mezzi adeguati e pacifici le contese». Un appello da molti condiviso: saranno in tanti,
mercoledì 5, ad «onorare»
la richiesta del Pontefice. E
non solo fra la gente comune che anche ieri è scesa in
strada in diverse città della Puglia, per manifestare il
proprio dissenso rispetto
all’ipotesi di un intervento
armato in Iraq (nel Salento si è segnalata la Marcia
per la Pace organizzata
dall’amministrazione comunale di Copertino e che
ha visto l’adesione di centinaia di persone). Hanno
detto «sì» al Papa anche diversi esponenti politici, fra
cui il presidente della Camera, Pierferdinando Casini. E ieri, su questo come su
altri aspetti di questa lunga vigilia di guerra, ha accettato di rispondere al
Corriere del Mezzogiorno il
sottosegretario di Stato all’Interno ed esponente di
Alleanza nazionale, Alfredo Mantovano. «Cosa penso dell’invito di Giovanni
Paolo II? Su un appello del
Papa non si dà giudizi: o lo
si raccoglie, oppure no».
Già, ma questa iniziativa che effetti può sortire?
Intendo nelle coscienze
delle gente?
«Chi ha fede non può
non raccogliere l’invito. Mi
viene in mente il Vangelo di
Marco e l’episodio dell’epilettico indemoniato. I discepoli non riescono nell’opera di guarigione, Gesù sì.
E quando gli viene chiesto
come sia potuto accadere
lui risponde: “Questo demonio si può scacciare solo con la preghiera”».
E lei, anche in qualità di
esponente di un governo
che in qualche modo ha già
fatto la sua scelta schierandosi con gli Stati Uniti,
pensa che la preghiera
possa evitare la sciagura di
una guerra?
«Senza far venir meno
tutti i risvolti possibili ed
immaginabili ad opera dell’uomo, la preghiera può
molto».
La preghiera e le iniziative diplomatiche. Il Papa
ha già inviato a Bagdad il
cardinale Etchegaray e
adesso si appresta a spedire a Washington monsignor Pio Laghi...
«La Santa Sede sta confermando il ruolo attivo
avuto già all’epoca della
forte crisi tra Argentina e
Cile, sventando il peggio, e
di quella delle Falkland».
E’ vero. Ma lei è credente ed oltretutto osservante: mercoledì prossimo come si regolerà per la giornata di digiuno e preghiera?
«Le rispondo con un altro passo del Vangelo, stavolta di San Matteo e che
termina così: “Tu, quando
digiuni, profumati la testa
e lavati il volto”».
Per dire insomma che
non c’è bisogno di esternare una scelta intima... «Non so, faccia un po’
lei...». Digiuno a parte, personalmente sente di dare un
contributo alla pace?
«La pace ha anche una
dimensione interna. Credo
che nella mia giornata, trascorsa nell’impegno nella
lotta al terrorismo e alla
criminalità, un segnale per
quanto minuscolo porti
anche in questa direzione».