ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO (Sezione: LECCE Pag. 4) |
Martedì 26 ottobre 2004 |
Arcangelo De Luca IL CASO
«Le banche rispettino i patti»
LECCE - «Le rapine nelle banche sono in netto calo, ma continuo a registrare valutazioni estremamente negative sul piano della prevenzione dell'usura e del racket. Quindici mesi fa abbiamo sottos'Critto un protocollo d'intesa, ma con quali risultati? Perdurando questa situazione, io non ho difficoltà a ritirare la mia firma da' questo protocollo, perché non ha più alcun senso continuare a fare delle riunioni nelle quali si verifica che non cambia nulla di sostanziale». Un monito che è quasi un avvertimento quello del sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, al termine della riunione dell'Osservatorio per la prevenzione dell'usura e del racket, tenutasi ieri mattina in Prefettura. E proprio dai dati registrati nell'ultimo anno Mantovano ha preso lo spunto per alcune valutazioni critiche. Si parte dai dati positivi: da quando è entrato in vigore il protocollo, il numero delle rapine in banca è diminuito del 50 per cento (dalle 54 del periodo ottobre 2002/settembre 2003 alle 23 del periodo ottobre 3003/settembre 2004). «Le banche si sono impegnate - afferma Mantovano - hanno adottato quei sistemi di sicurezza che erano previsti nel protocollo e vi è stato un raccordo più stretto con le forze di polizia che sono potute intervenire in un modo più tempestivo ed adeguato. Solo in tre casi il compendio della rapina ha superato i 100mila euro, e in tutti gli altri casi il bottino è andato al di sotto dei 10mila euro. Questo significa che quando c'è un'assunzione di impegni reciproca, a cui segue un impegno operativo concreto, i risultati non mancano». Secondo il sottosegretario all'Interno, «non altrettanto si può dire per la prevenzione all'usura: pur essendo stati assunti e sottoscritti degli impegni nel luglio 2003, ci ritroviamo a verificare una situazione insoddisfacente: solo sei banche, su tutte quelle che operano sul nostro territorio, hanno risposto alle nostre sollecitazioni e, salvo un paio di casi, in maniera estremamente generica. E' vero che esistono tanti problemi, che il fondo anti-usura potrebbe essere finanziato con maggiòre consistenza. Però è anche vero che ci sono degli impegni il cui adempimento dipende dalla buona volontà delle banche. Tra questi, quello di non considerare pregiudizievole la condizione di protestato al fine dell'apertura, o del mantenimento, di una linea di credito. In questa riunione, tanto per usare un linguaggio diplomatico, ci siamo chiariti. Ma spero che in futuro si possano registrare ben altri risultati, con un impegno maggiore delle banche e delle associazioni di categoria. Affinchè i protocolli funzionino bisogna che ciascuno reciti la propria parte». Insomma, le banche possono fare di più, anche se il vice presidente dell' Abi (Associazione bancaria italiana), Sergio Battaglia, ha assicurato che «le banche fanno già tanto e sono particolarmente attive nel fronteggiare e prevenire i fenomeni dell'usura e del racket». Per l'onorevole Mantovano, la via da seguire è semplice: «Bisogna far funzionare meglio i Confidi che già esistono, promuovere la costituzione di altri Confidi e soprattutto aumentare la capacità informativa sulle possibilità che la Legge offre per evitare situazioni a rischio. Prevenzione all'usura non significa arrivare al momento critico. Sigrtitica muoversi quando già esistono delle difficoltà. E i finanziamenti e i fondi intervengono in tal senso, non certo per' ., diventare una voce dell'attivo fallimentare».
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