ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: LECCE    Pag  6  )
Sabato 29 Novembre 2003

Salvatore Avitable

 

«Clandestini, lo Stato aiuta chi è nel giusto»

Il sottosegretario Mantovano risponde ad Abnacer: «Il suo permesso è scaduto da due anni»


 

LECCE - Ieri mattina nel centro di temporanea permanenza Regina Pacis di San Foca Tairi Abnacer, il 31enne algerino senza pemesso di soggiorno che martedì sera ha aggredito con una spranga di ferro don Cesare Lodeserto e che ieri sul Corriere del Mezzogiorno ha spiegato i motivi alla base del suo folle gesto ("Ho avuto un'allucinazione, ho scambiato don Cesare per il mio datore di lavoro che mi ha impiegato in nero senza pagarmi. Mi deve 560 euro"), ha confermato di voler denunciare l'uomo, un grossista di abbigliamento di Bisceglie. "L'ho denunciato ma lo Stato mi deve aiutare, vogllo recuperare i soldi e restare in Italia perché il mio solo desiderio è quello di lavorare", ha aggiunto.

Ma per Tairi Abnacer li futuro con ogni probabilità non sarà più l'Italia perché presto sarà espulso. E lo conferma, interpretando la normativa vigente il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, che però precisa di non voler entrare nel merito della vicenda. "C'è un'indagine in corso da parte delle forze dell'ordine, sarebbe improprio sovrapporre qualsiasi mia opinione al lavoro degli investigatori", dice.

Sottosegretario, lo Stato cosa potrà fare per aiutare Tairi Abnacer?
"Lo Stato ha offerto agli immigrati clandestini con la legge Bossi-Fini la possibilità di emergere che è stata raccolta da oltre 700mila stranieri. Ma questa possibilità è a tempo e Tairi Abnacer era presente sul territorio nazionale quando questa occasione è stata offerta. Non voglio entrare nel merito della sua vicenda perché è in corso un'indagine delle forze dell'ordine, ma le regole sono chiare.

L'articolo 18 del testo unico dell'immigrazione non modificato dalla legge Fini-Bossi consente di avere un permesso di soggiorno a chi denuncia di aver subito lo sfruttamento non necessariamente sessuale o finalizzato alla prostituzione.
In questo caso scatta una sorta di protezione con il riconoscimento del permesso di soggiorno. Non so se questa norma si applicherà al caso specifico. Ma se non dovessero esserci le condizioni previste, ossia che la denuncia dello sfruttamento concerne un'attività criminale in senso proprio e non di sempilce impiego di manodopera di extracomunitari, è chiaro che la destinazione sarà l'espulsione".

Come voler dire: l'immigrato che ha aggredito don Cesare aveva l'opportunita di denunciare in tempo e non l'ha fatto. Ed ora paga le conseguenze?
"Ripeto, io non voglio parlare dall'episodio specifico ma è giusto inquadrarlo. L'algerino aveva un permesso di soggiorno che è scaduto nel 2001 e che non è stato rinnovato. La sua posizione è irregolare, a questo si aggiunge una denuncia fatta dai carabinieri di Reggio Calabria per un episodio di violenza privata che risale all'inizio del 2003 a Villa San Giovanni. Deve presumersi che l'arrivo in Puglia sia successivo. E' importante perché la regolarizzazione con la Fini-Bossi ha interessato tutti coloro che si trovavano sul territorio nazionale al 10 agosto 2002 e per i quali la domanda di regolarizzazione è stata presentata nei sessanta giorni intercorrenti tra il 10 settembre ed il 10 novembre 2002. E nel caso di Tairi Abnacer nessuna domanda di regolarizzazione è stata presentata. Il 2 novembre scorso è stato condotto in questura dai carabineri di Alliste per la lite a Racale che c'è stata con il suo datore di lavoro".

L'extracomunitario ha esortato tutti i clandestini sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli a denunciare. Cosa, risponde?
"Non mi può che far piacere, ma voglio ricordare che quando è partita l'applicazione della legge è stato Gianfranco Fini, nel corso di un' affollatissima assemblea di immigrati a Roma, ad invitare i clandestini a denunciare i datori di lavoro che sfruttassero la loro condizione. Le norme ci sono, non si tratta di fare la caccia alle streghe, ma di rendere chiaro che c'è una legge e che va rispettata".

 

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