ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  LECCE       Pag.     8)
Domenica 29 maggio 2005

Antonio Della Rocca

Dopo l'ultimo caso il sottosegretario all'Interno rinnova la sua preoccupazione

  

 Mantovano: quel pacco bomba conferma del pericolo anarchici

Il questore: l'attentato a me studiato durante il corteo a Lecce


 

LECCE - li fallito attentato di giovedi scorso al questore di Lecce, Giorgio Manari, conferma la pericolosità del fenomeno anarco-insurrezionalista che da anni fa parlare di sé e non è l'indicatore di una recrudescenza delle azioni di lotta contro le istituzioni. A spiegarlo è il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano che dice: «Non è che prima tutto era tranquillo e adesso, invece, c'è una situazione di alle. Già da anni - spiega l'onorevole Mantovano - c'era una forte preoccupazione che portava ad esser molto cauti, così com'è stato intelligente e cauto il questore di Lecce. Non dimentichiamo che un paio d'anni fa un pacco dello stesso tipo è arrivato all'onorevole Romano Prodi'quando era presidente della Commissione europea e, comunque, destinatari di questi episodi sono sempre stati uomini delle istituzioni di vario tipo e di vario livello. Non è, quindi, che quanto accaduto a Lecce abbia segnato una svolta di qualità ma è stata la conferma di una modalità di attacco o di reazione che, ovviamente, deve confermare la preoccupazio- I ne che già c'era e che continua ad esserci».

Giovedì mattina, grazie all'intuito degli agenti della questura leccese si è evitato il peggio. li pli.co fatto recapitare a Manari conteneva un libro sottola cui copertina era stato ricavato spazio per cinquanta grammi di polvere di alluminio, sostanza ritenuta molto pericolosa dagli esperti che hanno neutralizzato il piccolo ordigno che sarebbe stato in grado di provocare gravi lesioni a chi lo avesse incautarmente aperto. All'interno della busta, inviata il 22 maggio scorso da Milano, vi era anche un foglietto con la rivendicazione della Fai (Federazione anarchica informale) che farebbe trasparire un'unica regia per i pacchi-bomba fatti recapitare a Lecce, Modena e Torino.

Intanto, l'inchiesta va avanti sotto il coordinaento dal pm Giorgio Lino Bruno della Procura dil Lecce, lo stesso magistrato che ha fatto scattare le manette ai polsi dei cinque anarchici salentini il 12 maggio scorso per gli attentati al centro di accoglienza Regina Pacis di San Foca, al Duomo di Lecce, alla casa di don Cesare Lodeserto, agli sportelli automatici della Banca Intesa, ai negozi Benetton e ai distributori Esso. «Per avere in mano qualche risultato concreto - dice il questore Manari - dovremo attendere ancora qualche giorno. Stiamo cercando di verificare e se la polvere contenuta nel pacco a me indirizzato sia la stessa presente negli altri attentati; SU questo dobbiamo avere la conferma della Scientifica. Riteniamo, inoltre, importante l'analisi del materiale rinvenuto nelle abitazioni dei cinque anarchici arrestati nel Salento. Le indagini vanno avanti e oltre alla nostra Digos stanno lavorando gli esperti dell'Ufficio centrale antiterrorismo. Non escludo - conclude il questore - che l'attentato nei miei confronti sia stato architettato durante la recente manifestazione che gli anarchici hanno organizzato a Lecce. Ma anche su questo potremo avere risposte quando l'indagine avrà fatto qualche altro passo in avanti».


    

 

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