ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERE DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:    BRINDISI - TARANTO     Pag.    7)
Domenica 3 ottobre 2004

Franco Strippoli

Il sottosegretario all'Interno ha paresediuto un vertice regionale delle forze dell'ordine dopo il colpo da 470mila euro

 

 «Assalto al portavalori, blizt da professionisti»

Mantovano esclude l'azione della quarta mafia. Rafforzati i controlli su tutto il territorio


 

BRINDISI - La Sacra corona unita non c'entra con la rapina al furgone portavalori della Velialpol e non si esclude il coinvolgimento di professioniti giunti da fuori. Ne è convinto il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano che ieri, a Brindisi, ha presieduto un vertice regionale dei rappresentanti delle forze dell'ordine, al termine del quale ha dichiarato: «L'esperienza della Sacra corona unita appartiene al passato». Le modalità di esecuzione della rapina, che ha fruttato ai banditi 470mila euro e provocato il ferimento di tre vigilanti e di un automobilista, hanno riportato alla memoria la strage della Grottella del 6 dicembre 1999, quando tre vigilanti dello stesso istituto leccese rimasero uccisi. «Al momento - ha detto Mantovano - non ci sono elementi per attribuire la rapina dell'altro ieri a San Donaci ad un organizzazione di tipo mafioso. La realtà criminale del Salento, oggi ha caratteristiche certamente meno pericolose rispetto al passaato. Questo non significa, però, che chi ha intenzioni criminali non possa riprovarci. La criminalità è un pò come la fisica: non conosce il vuoto». Scopo del vertice di ieri era quello di creare un coordinammento per le indagini, che si estenderanno a tutto il territorio regionale, e di studiare misure più efficaci per garantire la sicurezza di chi trasporta valori. Sui dettagli, però, Mantovano non intende dilungarsi e dice soltanto che «sarà intensificato il raccordo operativo tra gli istituti di vigilanza, soprattutto quelli che effettuano trasporti di valori consistenti, e le forze di polizia.

Sulle modalità della rapina sono tutti d'accordo: determinzione di efferatezza dei membri del comando sono fuori del comune ed anche la preparazione dell'agguato appare molto minuziosa. Scende un pò più nel dettaglio il questore di Brindisi, Pietro Ieva, che con gli agenti della squadra mobile sta affiancando i carabinieri del nucleo operativo, titolari dell'indagine. «Il gruppo che ha agito era numeroso, dotato di mezzi appropriati, preparato e ciascuno ricopriva un ruolo ben preciso» - spiega. «Sicuramente della criminalità locale: la posizione dei mezzi dislocati in precedenzae la scelta della via di fuga danno l'idea di persone che conoscono molto bene il territorio. Questo non esclude, però, lapresenza di gruppi esterni. Una ipotesi, infatti, è che qualche gruppo locale si sia appoggiato a dei professionisti di fuori provincia». Un altro elemento inquietante è la perfetta conoscenza che il commando aveva degli orari, del percorso e della quantità di danaro trasportato dal mezzo blindato. «Cercheremo di appurare - prosegue Ieva - come mai notizie riservate possano essere arrivate anche ai delinquenti».


    

 

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