Monica Guerzoni
Impronte digitali anche per gli italiani Estesa a tutti la norma prevista dalla riforma dell’immigrazione. Giovanardi: «Molto presto il provvedimento»
ROMA - Impronte digitali per tutti. Italiani compresi. Il governo sta preparando un provvedimento che estende a tutti i cittadini i rilievi dattiloscopici, che la legge Bossi-Fini ha previsto per i soli immigrati. L’intenzione di arrivare all’introduzione generalizzata delle impronte, a garanzia dell’identità personale, era stata già annunciata durante il dibattito alla Camera, nel bel mezzo delle polemiche sollevate dall’opposizione. E ieri è arrivata la conferma: il passaggio più contestato della legge sull’immigrazione, approvata pochi giorni fa, sarà «ritoccato» in tempi brevi, forse con un disegno di legge.
TEMPI RAPIDI - «Il governo intende estendere al più presto possibile lo stesso meccanismo a tutti i cittadini italiani», ha promesso il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, al presidente dell’Unione comunità ebraiche italiane, Amos Luzzatto . Un «incontro chiarificatore» che ha convinto Luzzatto a sospendere il sit-in di protesta davanti al ministero dell’Interno, programmato per oggi dalla comunità ebraica contro «l’odiosa discriminazione» delle impronte digitali per i soli immigrati.
«Il governo non ha alcuna volontà di discriminazione», sottolinea Giovanardi. «La discriminazione c’era nella Turco-Napolitano, che prevedeva le impronte solo per i poveracci che sbarcano a Trieste o nel Canale d’Otranto. Mentre con la Bossi-Fini tutti gli stranieri dei Paesi non Schengen devono sottoporsi ai rilievi». Ancora incerte le modalità tecniche con cui il provvedimento sarà esteso a tutti: «Vedremo - conclude il ministro -. Per ora quello che ci interessa è arrivare alla parità di trattamento, eliminando ogni sospetto di discriminazione».
CARTA ELETTRONICA - «Potrebbe essere un disegno di legge», aggiunge il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano. «Oppure una norma del decreto che, al momento dell’entrata in vigore della nuova legge sull’immigrazione, regolerà l’emersione dal sommerso».
La carta d’identità elettronica in grado di registrare le impronte digitali era già prevista dalla legge Bassanini-ter (mai attuata), che nel 1998, con il centrosinistra al governo, introduceva per la prima volta i rilievi dattiloscopici. E di recente il ministro dell’Innovazione tecnologica, Lucio Stanca, ha annunciato che sulla nuova carta d’identità potranno essere memorizzate anche le impronte dell’intestatario, oppure la sua fotografia. La norma che obbliga tutti gli immigrati che chiedono il permesso di soggiorno (o il rinnovo) a sottoporsi alla rilevazione delle impronte aveva scatenato le ire dell’opposizione («legge xenofoba», «norma razzista», «schedatura», «apartheid»...), dando il via a diverse manifestazioni di protesta: dalla raccolta di firme di noti «extracomunitari» dello spettacolo e della cultura alla presa di posizione di Gad Lerner e Riccardo Pacifici, esponenti di spicco della comunità ebraica, pronti a farsi identificare per primi dai funzionari del Viminale.
LA PROTESTA - Luzzatto, annunciando il sit-in di protesta, aveva dichiarato la «decisa contrarietà» degli ebrei italiani nei confronti di una legge la cui applicazione «può comportare una discriminazione tra persone di gruppi umani diversi». E ora il presidente è sollevato: «Come Unione incontreremo domani mattina Giovanardi. E per questo il consiglio dell’Ucei ha deciso di sospendere la protesta».
Soddisfatto anche Gad Lerner, firmatario della mozione contro le impronte per i soli immigrati approvata all’unanimità al recente congresso delle Comunità ebraiche. Il giornalista definisce «positiva l’intenzione di Giovanardi, frutto anche della protesta degli ebrei italiani». E si augura che la rilevazione delle impronte sia contemporanea per gli italiani e per gli stranieri.
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