ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su CORRIERER DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  IN PRIMO PIANO    Pag.   3  )
Martedì 24 Settembre 2002

Pietro Andrea Annicelli

Il presidente della Conferenza episcopale pugliese: «Loro ci considerano infedeli da convertire»

Sferzata di Ruppi: «Dialogare con l’Islam non è possibile»
Il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano difende la legge sull’immigrazione:
«In Puglia gli sbarchi sono cessati, continueremo così»


 

 

MARTINA FRANCA — «Non intendo diminuire il valore del dialogo ecumenico, ma con l’Islam dialogare non è possibile». È categorico monsignor Cosmo Francesco Ruppi, presidente della Conferenza episcopale pugliese, inaugurando, con il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano a Martina Franca, il seminario di formazione sul tema Islam e Cristianesimo: prospettive pastorali. «L’Islam ci considera infedeli da convertire - incalza il presule -. Noi abbiamo aperto al dialogo porte e finestre: loro no. Se gli si parla di reciprocità, ci rispondono che riguarda il diritto occidentale. L’Islam non distingue tra diritto e teologia: tutto è teologia».

Ruppi trae le somme da un’attività di accoglienza nel Salento che dura da dieci anni. Sono 3.337 i clandestini trovati sulle coste pugliesi nei primi otto mesi secondo i dati del Dipartimento di Pubblica sicurezza, Servizio immigrazione e polizia di frontiera, diffusi da Mantovano. Furono 8.546 nel 2001, 18.990 nel 2000. «La mia posizioneverso l’Islam non è ostile, ma di chiarezza - spiega Ruppi - Con gli islamici occorre dialogare, ma soprattutto rispettarsi. Attraverso la convivenza si sviluppa la democrazia. Dobbiamo conoscere la religione islamica, essere dei leali e rispettosi partner senza dimenticare la nostra identità cristiana».

Il seminario di formazione inaugurato ieri e organizzato dall’Istituto Pastorale Pugliese presieduto dal vescovo di Oria, Marcello Semeraro, si articola in quattro giornate. Prevede interventi di esperti di relazioni tra la Cristianità e l’Islam: i docenti Giovanni Benenati, Roberto Muci e Davide Righi, nonché di don Cesare Lodeserto, direttore del centro di prima accoglienza Regina Pacis, del sottosegretario della Conferenza episcopale, monsignor Domenico Mogavero, di Riccardo Rossano, di Amnesty International a Taranto. Concluderà la messa celebrata dall’arcivescovo di Taranto Benigno Papa.

Si avvertiva l’urgenza d’un seminario per capire meglio i rapporti tra Cristianesimo e Islam: è prioritario in relazione all’accoglienza, perché la maggior parte dei rifugiati sono islamici -, ha osservato Ruppi - Occorre aprire gli occhi nel rispetto non solo della questione umanitaria e culturale, ma di quella pastorale. Ad esempio per i matrimoni misti: sono molti, in aumento, ma quasi tutti vanno in crisi. In questi anni al Regina Pacis con gli islamici abbiamo avuto molti problemi. Abbiamo ospitato il vice di Ocalan e l’elicotterista di Saddam Hussein. Abbiamo rispettato la loro cultura: concedendo i pasti secondo la loro religione, incoraggiando e sostenendo il rispetto del loro mese di digiuno, il Ramadam. Hanno compreso e ci sono grati per l’accoglienza. Ma non abbiamo mai potuto intraprendere un dialogo religioso».

Mantovano ha invece considerato le relazioni civili con l’Islam: «Lo Stato regola i rapporti con le religioni attraverso le intese. I soggetti religiosi si rendono garanti dei comportamenti delle comunità che rappresentano. Non avviene con l’Islam, ed è un problema europeo, perché non riconoscono una singola rappresentanza. Né può essere imposta dal governo, come è avvenuto in Francia, perché non verrebbe riconosciuta. L’intesa non appare perciò all’orizzonte sebbene la comunità islamica sia legittimata a chiederla. In attesa che maturino i tempi, si possono affrontare i punti più delicati dell’integrazione: la frequenza scolastica, il riposo settimanale, l’assistenza sanitaria, tutto ciò che riguarda la vita quotidiana».


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