ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo comparso su CORRIERE DELLA SERA | Martedì 11 settembre 2001 |
R. ZUC Mantovano: ora serve la linea dura Diremo sì al reato di clandestinità ROMA - «Le promesse elettorali vanno mantenute: non possiamo ammorbidire troppo la nuova legge sull’immigrazione». Mentre il ministro per il Welfare Roberto Maroni propone una «corsia preferenziale» di ingresso per i discendenti degli emigrati italiani, Alfredo Mantovano difende a spada tratta la linea di An. E se la prende con chi (soprattutto il Ccd ma anche la Lega), sta facendo pressing per giungere al Consiglio dei ministri di venerdì prossimo senza il reato di immigrazione clandestina e con il mantenimento degli sponsor (la possibilità di far entrare extracomunitari in Italia con la garanzia di qualcuno). Ma il sottosegretario all’Interno frena sulla «facile equazione» immigrato uguale delinquente: «Bisogna piuttosto limitare il fenomeno della clandestinità che può favorire atteggiamenti criminali». Insomma i ministri di An difenderanno la «linea dura»?
A cosa si riferisce? Il Ccd giudica eccessivo il carcere fino a quattro anni per gli extracomunitari che si comportano in questo modo e propone di punire solo chi tenta di rientrare illegalmente. Altri, come la Lega, temono l’affollamento delle carceri.
Il Biancofiore e i moderati della Casa delle Libertà si stanno convincendo che è opportuno mantenere gli sponsor. Ma proprio qui sta il punto: le associazioni che lavorano nel settore e i diretti interessati ritengono fondamentale che un immigrato venga conosciuto prima di essere assunto, ad esempio quando deve fare assistenza domiciliare. Con il nuovo sistema si accetterebbe invece l’extracomunitario a scatola chiusa.
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