ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su IL FOGLIO (Sezione: ANNO IX NUMERO 298 - PAG 3) |
Giovedì 28 otobre 2004 |
EDITORIALI Ex nihilo nihil fit
Pubblichiamo a pagina due un ragionato, cauto ma fermissimo intervento di Alfredo Mantovano, dirigente di Alleanza nazionale e sottosegretario all’Interno, persona seria. Quel che dice è chiaro. Dice che dall’interno della Casa delle libertà, con almeno un progetto parlamentare di revisione della legge sulla procreazione assistita, si lavora per il papocchio. I contenuti della legge vengono rivisti su questioni delicate, svuotandola di molto del suo significato, per andare incontro a una generica pressione, che spaventa perché fondata su toni oltranzisti che bollano la crudeltà e l’oscurantismo della legge 40. Costruita in venticinque anni di discussioni da una maggioranza trasversale che ha diviso il fronte laicista e ha legato un ampio arcipelago di cattolici e di laici di destra di centro e di sinistra, in completa indipendenza dai dettami della Chiesa romana (che è contraria in linea di principio alla fecondazione artificiale), quella legge è uno dei pochissimi contributi onorevoli e seri all’identità forte di una legislatura e di una comunità che la maggioranza sia stata in grado di dare. Rinunciare a difenderla, come fa la ministra Stefania Prestigiacomo, che avanza rispettabilmente, ma rispettabilmente sbagliando, argomenti presi di peso dalla retorica politicamente e ideologicamente corretta, la stessa che ha condotta al rogo di un cattolico liberale designato dal governo per la commissione di Bruxelles, è semplicemente pazzesco. E denota una vorticosa tendenza al nulla culturale e civile che si è impadronita della maggioranza di centrodestra, con il rischio di figurare come la maggioranza senza qualità. Ma dal nulla nasce il nulla. Il nostro augurio è che la Prestigiacomo si legga l’articolo del suo collega senza pregiudizi, e che vi scorga non l’oltranzismo cattolico e dogmatico ma, com’è in realtà, un rispettoso dissenso verso la pretesa di organizzare una fuga civile e politica prima della battaglia referendaria, e illudendosi di evitarla. E’ vero, come ha detto recentemente Francesco Rutelli e come pensa la Prestigiacomo, che sulle donne incombono pesi sempre maggiori nella famiglia, nell’educazione, nel lavoro, nell’evoluzione del costume accompagnata e condizionata dall’evoluzione della tecnica e dal vuoto etico del nostro tempo. E’ giusto un atteggiamento solidale e inquieto di un ministro che conosce la condizione femminile e deve accudire alla pari opportunità di vita e di ruolo di donne e uomini. E’ ingiusto invece, e profondamente sbagliato, cedere su alcune questioni di principio, anche dolorose, che sono il sale di quella legge e che non si possono e non si devono aggirare con considerazioni che sembrano mezzucci, al di là delle intenzioni. Anche gli embrioni sono in parte donne, e anche agli embrioni donna tocca la pari opportunità.
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