ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su IL FOGLIO (Sezione:ANNO X NUMERO 229 - PAG 3 IL FOGLIO QUOTIDIANO) |
MERCOLEDÌ 28 SETTEMBRE 2005 |
Alfredo Mantovano • Dove Prodi rompe, Fassino ricuce, anche oltretevere. Ma pure a destra qualcosa si muove, dopo la breccia referendaria
Le pr dei colonnelli di An per incollare i cocci vaticani di Fini
Roma. E’ senz’altro un “affare privato” come dice lui, ma dal momento in cui Piero Fassino confessa in radio il proprio essere cattolico è ovvio che la cosa acquisti rilevanza politica. Agli osservatori non è sfuggito il valore di una rivelazione giunta nel momento in cui il centrosinistra si divide sulle polemiche tra laici e cattolici. L’impressione è che alla dichiarazione di Fassino non sia estraneo il proposito di presentarsi una volta ancora come mediatore, in tempi di lacerazioni che riguardano, solo per fare un paio d’esempi, l’ingresso dei Radicali nell’Unione e le contestazioni all’interventismo del cardinale Camillo Ruini (mal tollerate dal segretario dei Ds). Dopodiché, senza nulla rinnegare quanto a scelte di laicità, c’è forse l’intenzione di non abbandonare al solo Francesco Rutelli la funzione d’interlocutore naturale del mondo cattolico ed ecclesiastico. E magari la volontà di dare ascolto a quei suggeritori, come Pietro Scoppola su Repubblica di ieri, che invitano la sinistra a ritrovare il lessico adatto per un dialogo con la Chiesa. Per una sinistra in cerca di strategia, c’è una destra a cui un sistema coerente di collegamenti con le gerarchie vaticane non mancherebbe affatto. Ma resta la necessità di decifrare quanto il leader di An, Gianfranco Fini, possa e voglia fare per recuperare affidabilità personale e simpatie influenti dopo lo strappo sulla fecondazione assistita. Una questione che si fa urgente lì dove, di concerto con Silvio Berlusconi, per la prima volta Fini ha davanti a sé la possibilità di succedergli nella guida del centrodestra. Una prospettiva vincolata anche all’eventuale attrito che, per questo salto di livello, potrebbe rappresentare un Episcopato ancora dubbioso per la metamorfosi del presidente di An. Dal cui entourage proviene una verità d’ufficio già nota: certe sue opinioni dalla coloritura laicista (l’ultima sui Pacs) rispondono a scelte personali e non pregiudicano le buone relazioni di un partito culturalmente cattolico. Non che Fini abbia rinunciato a competere in direzioni opposte con Pier Ferdinando Casini, coprendo rispettivamente l’orizzonte laico e quello confessionale dell’elettorato. Però negli ultimi mesi qualcosa di nuovo è accaduto, e accade pure in queste ore, per volontà di Fini. Dopo la serena partecipazione estiva al Meeting riminese di Cl (in qualità di ministro degli Esteri), Fini si sta muovendo bene senza muoversi troppo visibilmente. Ne è convinto il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano: “Nell’esecutivo di domenica, abbiamo individuato con lui alcuni punti qualificanti d’iniziative che rispondano anche alle esigenze del mondo cattolico. Una di queste, su cui abbiamo ricevuto un mandato preciso, riguarda la fiscalità di vantaggio per le famiglie da contemplare nella Finanziaria. E’ un tema che rinvia al progetto d’introduzione del quoziente familiare e che non a caso è stato toccato anche dal segretario della Cei, monsignor Giuseppe Betori”. Un tema che, insieme con altri argomenti come la libertà d’educazione, venerdì scorso è stato al centro di un colloquio tra una delegazione di An (oltre a Mantovano, Gianni Alemanno, Maurizio Leo e Mario Baldassarri) e i rappresentanti del Forum delle associazioni familiari. C’è da dire, come conferma Maurizio Gasparri (particolarmente vicino al cardinale Mario Francesco Pompedda), che i dirigenti di An non hanno mai perso di vista i contatti con il Vaticano e non intendono disperdere il “capitale politicoculturale” ricavato dall’impegno antireferendario. Di questo si è parlato in un recente incontro “transcorrentizio” fra i sodali Gasparri e Ignazio La Russa e il sociale Francesco Storace. Insomma, in attesa di una strategia compiuta, quel che resta delle componenti principali del partito sta affollando l’agenda quotidiana di pubbliche relazioni ecclesiastiche (giovedì sia Alemanno sia Gasparri erano alla celebrazione romana per i 50 anni di sacerdozio del prelato dell’Opus Dei, Javier Echevarría). “Adesso che la presidenza del Consiglio non è più un tabù – suggerisce un amico di Fini – ognuno è impegnato a reincollare i pezzi in cui è ridotto il suo biglietto vincente della lotteria vaticana, quello che lui aveva strappato qualche mese fa”.
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