ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su Il Foglio quotidiano
(Sezione:     PAG 4    )
Martedì 09 marzo 2004

 

 

 

 Sulfurea risposta a D’Alema del sottosegretario Mantovano, si scusa per non averlo diffamato

 


 

Caro Direttore, il 13 maggio 2001, candidato a Gallipoli, ho perso il confronto col presidente D'Alema. Ho perso con 4500 voti di differenza. Ho perso. E però, sarei lieto di conoscere in base a quale regola di democrazia questo dato, oggettivo e inconfutabile, dovrebbe impedirmi di esprimere qualche opinione sulle vicende della Banca 121 e del territorio nel quale vivo,senza far bollare la mia opinione quale frutto di rancorosa vendetta. Provo a entrare nel merito, partendo proprio dal territorio: da quello pugliese e da quello toscano. Il presidente D'Alema sostiene che l'operazione Banca del Salento-121-Mps non ha avuto "un contenuto negativo". Con tutto il rispetto per l'impegno che funzionari e impiegati di Mps oggi stanno mettendo in Puglia per recuperare credibilità e fiducia, inviterei a chiedere a un qualsiasi imprenditore salentino se stia meglio adesso o prima: se cioè preferisce attendere tempi più lunghi di definizione delle pratiche di affidamento, dovute all'inevitabile vaglio della sede centrale, a Siena, e se gradisce che il vaglio medesimo avvenga secondo criteri non omogenei a quelli seguiti fino a poco tempo fa nella zona nella quale opera. Al tempo stesso, domanderei a un qualsiasi senese, giustamente orgoglioso della banca che da cinque e più secoli ha sede nella sua splendida città, quali vantaggi ha tratto dall'avere Mps speso 2500 miliardi di lire per acquistare un istituto di credito la cui stima era un po' inferiore, e dall'avere il direttore generale della banca incorporata assunto per un certo tempo la direzione generale del Monte: che si direbbe se, soltanto per affinità di colori, la Juventus acquisisse il Siena, e il presidente del Siena diventasse presidente della Juve? Alla fine, per chi l'operazione è stata "non negativa"?

Sui rapporti fra il presidente D'Alema e la Banca 121, sono addolorato di non aver potuto dare spunto, con le opinioni espresse finora, a querele o a richieste risarcitorie. Dovrebbe andare davanti al giudice l'incontestabile circostanza dell'appoggio attivo fornito dall'ing. De Bustis al leader DS in occasione della campagna elettorale del 2001, concretizzatasi, fra l'altro, nella presenza altrettanto attiva a Gallipoli, quando era già direttore generale di Mps, nei giorni precedenti il voto (e non sembrava un acconto di ferie: l'ingegnere non circolava col secchiello e la paletta)? O quella dell'attiva vicinanza al presidente D'Alema nella stessa occasione da parte del dott. Lorenzo Gorgoni, all'epoca presidente della Banca 121? Una presenza e una vicinanza attive difficilmente comparabili - per usare un eufemismo - con la dichiarazione di voto in mio favore del presidente della Banca del Salento Giovanni Semeraro (della quale sono ancora grato a quest'ultimo). E' singolare che in un paese normale ciò che dovrebbe costituire oggetto di confronto politico sia preso in considerazione in prima battuta come possibile occasione di azione giudiziaria, salvo a rammaricarsi per non essere accusato di nulla di penalmente rilevante. Se il presidente D'Alema avesse voglia di accettare la discussione nel merito, il confronto politico potrebbe articolarsi almeno su due interrogativi: 1) guardando al passato, ha torto o ha ragione il neo acquisto ulivista, l'ex ministro Paolo Cirino Pomicino, quando descrive il progetto della costituzione di un grande polo bancario "amico", che avrebbe visto come ultima tappa la concentrazione fra Mps e Bnl, e che passava dal rafforzamento di Mps, con l'incorporazione della Banca del Salento, a sua volta resa più appetibile dalla collocazione di una quantità incredibile di titoli "innovativi"? 2) guardando al presente e al futuro, come fare perché Mps diventi per il Sud, come auspica il leader DS, "un volano di sviluppo e una garanzia per il territorio"? Il primo passo, quello che fonda il recupero della credibilità, deve essere necessariamente il ristoro delle migliaia di risparmiatori cui sono stati fatti sottoscrivere titoli dei quali ignoravano il rischio. Personalmente, come gli attuali dirigenti di Mps e di 121 possono attestare, sono impegnato da qualche mese in questa direzione, anche promuovendo verifiche periodiche in sedi istituzionali relative alla effettività dei rimborsi. Si attende che il presidente D'Alema, da "deputato del Salento" quasi ventennale, fornisca il suo prezioso contributo al riguardo.

Su un solo punto mi preme precisare quanto scrive il leader DS: non ho mai sostenuto che i vertici di 121 all'epoca della fusione fossero militanti comunisti o legati a stretto filo alla sinistra. Erano vicini al presidente D'Alema: il che non è esattamente la stessa cosa.


Alfredo Mantovano
sottosegretario all’Interno

 

vedi i precedenti interventi