ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione:   Pag. ) |
Giovedì 15 Dicembre 2005 |
F. de S.
Gli aiuti per il tessile, abbigliamento, calzaturiero del Sud Salento e del Nord Barese
Tac, dall'euforia alla delusione
Puglia ko ieri nella Finanziaria. Dopo la definitiva esclusione del condono previdenziale agricolo, vengono meno anche i finanziamenti per il Tac (tessile, abbigliamento, calzaturiero) che il ministro delle Politiche agricole Gianni Alemanno, il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano e l'on. Gregorio Dell'Anna di Forza Italia avevano annunciato con grande enfasi e legittima soddisfazione. Il provvedimento, inserito nel comma 416 della Finanziaria, è stato dichiarato inammissibile dagli uffici tecnici della presidenza della Camera, insieme agli altri di analoga fattispecie. Infatti, anche le disposizioni inserite nella Finanziaria per gli interventi di carattere microsettoriale hanno subito la stessa sorte. Il provvedimento bocciato, stanziava 120 milioni di euro in tre anni (2006-2008) per permettere alle aziende in crisi delle aree Pit 2 e Nord Barese, Pit 4 Murgia, del Sud Salento (Casarano, Maglie, Nardò) e della Valle d'Itria di avviare processi di innovazione tecnologica ed essere più competitive sul mercato. I fondi sarebbero stati utilizzati anche per aumentare il livello di internazionalizzazione delle stesse imprese pugliesi fronteggiando la concorrenza cinese. La soluzione individuata era quella già utilizzata negli anni Ottanta per la riconversione delle aree siderurgiche, in particolare Bagnoli (Napoli), Genova e Taranto con la legge 181 del 1989. «Le risorse finanziarie - aveva dichiarato Dell'Anna, uno dei promotori - consentono anche di essere utilizzate per la Cassa integrazione e a favore della mobilità e della disoccupazione speciale per i lavoratori delle aree in crisi. Inoltre, possono essere destinate ad azioni di reimpiego dei lavoratori coinvolti». L'intento del provvedimento era, perciò, quello di superare il concetto di assistenzialismo per assicurare risorse a chi ha reali capacità imprenditoriali. E i rappresentanti di An nel governo sottolineavano la «non occasionalità del progetto di rilancio» che prevedeva il riposizionamento delle imprese del Tac pugliese intorno ad aziende di eccellenza in grado di ricostruire la filiera attraverso il lancio di prodotti e marchi di qualità, evitando l'aggravarsi di una crisi che vede mille aziende a rischio di chiusura e oltre 10mila lavoratori sull'orlo della disoccupazione. Insomma, le misure inserite nella Finanziaria puntavano ad incentivare ricerca, innovazione e sviluppo dei distretti del Tac, dovevano essere poi le imprese interessate ad impegnarsi perché i finanziamenti assegnati dal governo (40 milioni di euro l'anno) si rivelino il più possibile fruttuosi e finalizzati a un reale rilancio. Ma i parlamentari pugliesi non disperano. «È ovvio che l'impegno della deputazione parlamentare salentina della CdL continuerà ad esserci e ad essere più sollecito di prima - dice Dell'Anna - in modo da far sì che, entro il 2005, l'articolato dichiarato inammissibile possa rientrare in un altro provvedimento di carattere legislativo che il Consiglio dei ministri andrà ad assumere nei prossimi giorni. Solo un incidente tecnico ha rinviato una decisione che il governo comunque ha già preso». Ora tutto torna al punto di partenza e resta solo la speranza che anche questo provvedimento, importante per il rilancio del settore, possa essere recuperato.
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