ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione: CRONACA di FOGGIA Pag. 3) |
Martedì 9 novembre 2004 |
Rossella Palmieri LE REAZIONI / I cittadini devono confrontarsi con le forze dell’ordine, così si vince la mafia
«Il dialogo contro la paura»
«Sento tanto timore in città per quest'ultimo episodio, l'omicidio di Biagini, capitato tra capo e collo. Ma non direi che la città è in mano alla mafia». Sono le parole del prefetto di Foggia Fabio Costantini che dopo la visita del sottosegretario Alfredo Mantovano sintetizza alcuni momenti del vertice con le forze dell'ordine. «Quello che posso dire», prosegue, «è che da Cerignola a Lucera passando per il Gargano la mafia è stata messa in condizioni di non nuocere e questo i cittadini lo percepiscono. Chiaramente quello che è successo richiede ancora impegno per rassicurare chi si sente insicuro. E quando dico insicuro mi riferisco alla città intera». Una radiografia sullo stato di salute in città, un polso della situazione fedele del clima che si respira dappertutto, dalle istituzioni alle scuole, dalle associazioni ai luoghi di ritrovo è quello che si evince dal vertice di ieri in prefettura. Anche altri esponenti delle forze dell'ordine sottolineano l'aspetto sociale del problema, l'enzima necessario per far sì che la gente collabori. «Il dialogo è l'unica forma possibile di coesione in una città troppo scollata e ripiegata su stessa. I cittadini ci condannino, purchè parlino, ci dicano se e dove abbiamo sbagliato, dove si sentono insicuri e cosa può renderli meno timorosi», spiega uno dei partecipanti alla riunione che preferisce mantenere l'anonimato. «Abbottonato» è anche il prefetto Luigi De Sena, vice capo della polizia e dirigente della Criminalpol. «Non aggiungo nulla a quello che ha già detto Mantovano», la sua replica ai giornalisti. Un riferimento alla cultura della legalità, alla necessità di una prevenzione che parta sin dai banchi di scuola è stato fatto dall'onorevole di Alleanza nazionale Antonio Pepe. «Non serve soltanto rafforzare l'organico delle forze dell'ordine di uomini e mezzi. Io spero che la città possa risvegliarsi dal torpore e iniziare a rispondere. Emotivamente ritengo che la risposta ci sia stata, ad esempio, con la fiaccolata seguita all'omicidio Biagini, segno che esistono le forze vive della città. Però si deve partire anche dal basso: far capire che andare in motorino senza casco è reato, e lo è ancor di più frantumare i vetri di un autobus o lanciare sassi allo stadio. E' un discorso che deve partire dalla scuola. Ci si deve parlare, parlare di più, genitori, figli, insegnanti e forze dell'ordine», spiega l'on. Pepe. Quanto alle possibili infiltrazioni mafiose nell'imprenditoria, il prefetto Costantini precisa: «i controlli preventivi vengono fatti quando gli enti richiedono una nostra collaborazione informandoci degli aspetti ipù torbidi di una trattativa. Dopotutto già il primo filtro preventivo è la certificazione antimafia». Lapidari e incisivi i commenti delle forze dell'ordine nel dopo-vertice. La città, ora, ha bisogno di ritrovare maggiore fiducia in se stessa e in chi governa. Senza alibi. Rossella Palmieri
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