ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione: LA GAZZETTA DI LECCE e Pag. 88 ) |
Martedì 12 Aprile 2005 |
Giancarlo Colella Taurisano/ La polemica nel partito si estende dal centro alla periferia
«Ora litigano, ma ieri dov'erano?»
TAURISANO - La polemica post-elettorale all'interno di Alleanza Nazionale continua ad allargarsi a macchia d'olio dal centro alla periferia. La disputa tra l'onorevole Adriana Poli ed il sottosegretario Alfredo Mantovano, coordinatore regionale del partito, hanno probabilmente condizionato i dirigenti di base del partito, i quali cominciano a prendere posizione, rispecchiando quelle che sono le posizioni delle correnti e dei gruppi. Nel dibattito che è seguito alla sconfitta, si inserisce ora anche Antonio Montonato, presidente del Circolo di Alleanza Nazionale di Taurisano. Montonato ne ha per tutti, non risparmia nessuno e rivendica più rispetto per la base del partito. «Ho letto gli scambi di accuse dei dirigenti provinciali, da Mantovano a Roberto Tundo. Ma dove stavano loro fino a ieri?», si chiede il dirigente taurisanese. E ancora: «Chi ha gestito e gestisce il partito sia a livello provinciale che a livello regionale?». Un atto di accusa nei confronti dell'intera classe dirigente del partito, dunque, responsabile di aver rinunciato al contatto con le piazze, con la gente e con i problemi quotidiani dei cittadini, preferendo la comodità del ?palazzo? o dei ?palazzi?. «Ho letto le dichiarazioni di Tundo - aggiunte Montonato - il quale, dopo il fiasco elettorale, ha messo sotto accusa la direzione del partito. Perchè non viene a spiegarci come mai lui ha avuto tremila voti in meno rispetto alle Regionali precedenti? I nostri dirigenti debbono probabilmente fare un serio esame di coscienza se vogliono evitare il peggio, ricordando che il loro potere deriva da una delega che i cittadini elettori hanno conferito; non una delega in bianco, ma una delega che in qualunque momento può essere revocata, perchè in democrazia chi detiene comunque il potere decisionale è sempre il popolo». Un popolo paziente, come sostiene la base di An, ma che se arriva all'esasperazione non disdegnerà «azioni decise e incisive».
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