ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione: CRONACA di NARDÒ Pag. LECCE 9) |
Martedì 12 Aprile 2005 |
bv Scende in campo Giuseppe Fracella, coordinatore del collegio di An e componente dell’assemblea nazionale
«Tutti contro tutti,nessuno contro il partito»
«In politica, la sconfessione avviene con i fatti o i risultati e non con le parole». E i fatti, secondo Giuseppe Fracella, coordinatore del collegio e componente dell'assemblea nazionale di An, ancora una volta parlano chiaro. «E pur nella sconfitta - dice - le preferenze raccolte a Nardò da alcuni candidati e in An in particolare, ne sono la riprova». Ma un partito radicato sul territorio, per Fracella saprà ritrovare ciò che unisce e accantonare quel che divide. «In An, da Roma a Nardò - continua - ci sono diverse anime ma una sola idea. Poi, a volte, ci si lascia trascinare dall'enfasi o dall'amarezza, Ma tutto si ricompone. Ricordo a me stesso, ma anche agli altri, quante volte i nostri leader sono stati l'un contro l'altro armati: Poli, De Cristofaro, Tundo, Mantovano. Ma nessuno contro il partito». La diversità degli uomini di An sarebbe di parlare francamente, sia quando si vince e sia quando si perde. «Ed io, spesso - continua - mi avvalgo di questa facoltà dicendo la mia e prendendo apertamente posizione. Forse creando sconcerto ma dicendo sempre quello che penso». Ora il circolo di Nardò, come anticipato dal presidente Luigi Zuccaro, affronterà il momento. «Lo dovrà fare subito - dice Fracella - magari attraverso una conferenza programmatica aperta a tutti, dove trovare una linea comune ed essere pronti e compatti nell'affrontare i prossimi appuntamenti elettorali». E spiega che cosa succede in An quando si vince o si perde: «c'è un'intera classe dirigente a volte un po' troppo focosa, forse perché proviene dalla fiamma del Msi, ma non incline ad atti di "cannibalismo" e poco propensa a cambiare casacca quando il vento soffia in direzione diversa. Vi è sempre stata una coerenza e un amore di partito e una salda appartenenza al centrodestra e mi sia permesso, in 28 anni di militanza e in 11 anni di attività amministrativa, non ho non ho mai pensato di uscire o di tradire il partito. Altri, dopo la "grazia ricevuta" sono stati capaci di tutto ma, come insegnò un grande italiano che porta il nome di Giorgio Almirante e a cui spesso mi rifaccio, "le idee e il partito camminano sulle gambe degli uomini solo che gli uomini passano ma l'idea e il partito resta"». «Rimbocchiamoci tutti insieme le maniche - conclude - avendo come riferimento il risultato di appena 11 mesi fa, quando eravamo primo partito cittadino».
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