ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione: IN PRIMO PIANO Pag. 3 ) |
Domenica 3 Luglio 2005 |
a.q. L’ASSEMBLEA / Duello tra maggioranza e minoranza all’assise del partito.Ma si lavora anche per un documento comune
An,la sfida di Fini ai «colonnelli»
ROMA Peccato non poter vedere la faccia di Storace o l'espressione di La Russa quando Gianfranco Fini, dal palco dell'Assemblea nazionale, dice che An va liberata dalle correnti «metastasi che rischia di distruggere il corpo del partito». I giornalisti seguono solo in videoconferenza la relazione con cui Fini lancia il guanto della sfida ai colonnelli. Chiede la fiducia e dice che, se la avrà, vuole «governare il partito senza le correnti». Fini, con atto di imperio, incorona poi Altero Matteoli responsabile dell'organizzazione del partito, ignorando gli appelli degli altri colonnelli che si erano messi di traverso. Maniche di camicia, poche concessioni e toni sprezzanti, per due ore Fini picchia duro sulla sua classe dirigente. Ma poi la invita a non dividersi in maggioranza ed opposizione: «Mancano undici mesi alle elezioni - ammonisce - dopo ci sarà un congresso. Ma ora non serve dividersi». NON VOGLIO UN'IPOCRITA' UNITA': «Meglio che ci sia una maggioranza a sostegno di quello che dice il presidente ed una legittima minoranza - dice Fini in Assemblea - piuttosto che un'unità falsa, ipocrita, che nasconde i problemi che abbiamo». SPETTACOLO NON EDIFICANTE: An «lacerata da lotte intestine, in perenne competizione tra dirigenti, in discussione con il leader, concentrata sul proprio ombelico senza vedere cosa accade intorno». Così Fini vede il partito che, dice, negli ultimi giorni ha offerto «uno spettacolo non edificante». NEGO LE CORRENTI: «Se avrò la fiducia di questa assemblea intendo governare il partito senza le correnti. Non faccio alcun appello al loro scioglimento. Ne nego l'esistenza. Poi loro potranno anche continuare ad esistere...». Fini proclama il suo ennesimo atto di accusa contro le degenerazioni correntizie. SOLO TRE ORGANI FINO AL CONGRESSO: «Non ci sarà monarchia - dice il vice premier - vi chiedo collaborazione ma come dirigenti e non come capi corrente. Fino al congresso governerò il partito avvalendomi di soli tre organi: l'ufficio di presidenza, la direzione e l'assemblea nazionale». Poi fa autocritica: «Finora abbiamo discusso poco. Convocherò una volta al mese la direzione e più frequentemente gli altri organi». MATTEOLI ALL'ORGANIZZAZIONE: Nonostante la dichiarata contrarietà delle altre componenti Fini annuncia che Altero Matteoli guiderà il dipartimento dell'organizzazione, senza incompatibilità con altri incarichi. «Non ho concordato con nessuno - rivendica - i nuovi schemi organizzativi». NON SERVE NUOVA FIUGGI: Ad Alemanno e Mantovano che avevano chiesto una «nuova Fiuggi» e scritto un documento sulla intangibilità dei valori della Svolta, Fini replica: «Non c'è un problema di identità. Non serve una nuova Fiuggi, perchè i valori non cambiano. Sono sempre quelli. Semmai serve una nuova conferenza programmatica, come quella di Verona, in cui capire come le politiche possano tradurre quei valori in realtà». LA CONFERENZA PROGRAMMATICA: In autunno, annuncia il presidente di An, la destra si riunirà in una grande conferenza programmatica per discutere sui temi che serviranno al rilancio del partito e della coalizione. Era, questa, una delle richieste di Alemanno e Mantovano. UNA DESTRA NON CONFESSIONALE ED APERTA: Nessun passo indietro sul referendum che, dice Fini, «non era sulla sacralità della vita». «Era doveroso - aggiunge - lasciare libertà di coscienza». «La destra deve essere plurale, aperta, ariosa, deve sapere parlare a tutti», riassume Fini ribadendo la sua idea di un partito non confessionale ed aperto. SI VOTA, NON DIVIDIAMO AN: «Vi ricordo che tra undici mesi si vota - è l'appello del titolare della Farnesina - per questa ragione vi invito a riflettere prima di dividere il partito in una maggioranza ed in una opposizione. Naturalmente poi ognuno prenderà le sue decisioni».
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