ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione:LA GAZZETTA DI LECCE Pag. ) |
Mercoledì 10 novembre 2004 |
Loredana De Vitis Soltanto due consorzi hanno utilizzato i denari messi a disposizione dalla legge 108 del '96. Un'occasione perduta. Parlano i protagonisti delle diverse strutture
Cofidi, si sgonfia il salvagente antiusura
Il rapporto tra banche e imprese? Nel Salento è difficile, difficilissimo. Almeno in questi termini ne parlano i confidi, i consorzi di garanzia che consentono alle aziende di avere più potere nei confronti degli istituti di credito, e cioè più prestiti e a interessi migliori. In questi giorni i confidi sono tornati sotto i riflettori: il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, nel corso della riunione dell'Osservatorio antiusura e antiracket, si è richiamato al protocollo d'intesa firmato in Prefettura nel luglio 2003 per valorizzare il ruolo dei consorzi fidi nella prevenzione dell'usura. Quel protocollo - ha denunciato mantovano - è ancora in alto mare: sono solo due, infatti, i confidi che hanno utilizzato i fondi antiusura stanziati in base alla legge 108 del '96, e le banche, dopo le dichiarazioni d'intenti, non sono passate ai fatti. E così l'esponente di Governo è arrivato a minacciare la possibilità di fare un clamoroso passo indietro. I confidi più conosciuti in provincia di Lecce sono «Mondial Fidi», emanazione della Confederazione autonoma sindacati artigiani (Casa); «Unità artigiana salentina», della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (Cna); «L'Artigiana» di Confartigianato; «Co.fidi» di Confcommercio e «Fidindustria» di Assindustria. Completano il panorama «Artigianato & progresso» (Casarano), «Artigiani di Terra d'Otranto» (Maglie), «Cooperativa di garanzia di Carmiano e Magliano». Di questi, solo «Mondial Fidi» e «Unità artigiana salentina» hanno gestito nel 2003 i fondi per la prevenzione dell'usura. «Il sistema dei confidi ha avuto il suo momento di gloria negli anni Ottanta - spiega Floriana Dell'Orco, segretario provinciale Casa - quando si garantiva il cento per cento dei prestiti. In queste condizioni, la banca non valutava accuratamente la situazione del richiedente, i prestiti non venivano rimborsati e la fiducia nel sistema è caduta». Mondial Fidi è nato nel 1986, ma la crescita è arrivata tra il '95 e il '96 con l'assegnazione dei primi fondi per la prevenzione dell'usura: in questi anni la cooperativa ne ha gestiti per un totale di circa un milione 191mila euro (circa 385mila solo nel 2003; novanta in totale le operazioni effettuate). «Il fondo di prevenzione dell'usura - continua Dell'Orco - ha lo scopo, appunto, di "prevenire" l'usura. Il punto non è arginare situazioni irrimediabili, ma aiutare lo sviluppo di idee che non hanno altra garanzia dell'idea stessa, e che per questo in banca non avrebbero udienza». I fondi di prevenzione dell'usura sono erogati dal ministero dell'Interno per garantire i prestiti in banca all'80 per cento; il restante 20 viene invece garantito dai confidi. Attiva dal 1979, «Unità artigiana salentina» conta circa tremila aziende consorziate e da due anni opera a livello regionale in tutti i settori economici. Questo confidi, nato nell'ambito della Cna, ha iniziato a gestire fondi antiusura lo scorso anno, per un totale di sei operazioni e 137mila euro: «In generale - dice il direttore, Marcello De Giorgi - l'attività di consorzi come il nostro è molto utile in un territorio dove il rapporto tra banche e imprese rimane difficile. Qui richiedere un fido significa parlare del proprio patrimonio piuttosto che della propria capacità di produrre reddito, e i tassi applicati sono leggermente più alti. D'altra parte è anche vero che gli insoluti sono più rilevanti». Circa tremila anche le aziende aderenti a «Co.fidi», il consorzio fidi di Confcommercio, che dal 1980 ad oggi ha garantito finanziamenti per circa cento miliardi di vecchie lire: «Ciò che abbiamo sempre chiesto agli enti locali - sottolinea il direttore, Enio Paladini - è di contribuire ad accrescere i fondi di garanzia per permettere ai confidi di superare la soglia del 50 per cento (la percentuale di finanziamento generalmente garantita con le banche convenzionate, ndr). Ci riferiamo soprattutto alla Regione, alla Provincia e alla Camera di commercio ma, ad oggi, questa disponibilità non ci è stata accordata. A seguito del protocollo d'intesa - conclude Paladini - abbiamo anche inviato una proposta di convenzione a tutti gli istituti di credito, che però sembrano restii a a passare dalle parole ai fatti». Nel 2001 ha gestito fondi di prevenzione dell'usura e l'anno prossimo lo farà nuovamente. Nato nel 1976, Fidindustria, il consorzio fidi di Assindustria, conta oggi circa 160 imprese consorziate esclusivamente del settore industriale. «Il rapporto tra banche e imprese - dice il presidente, Oronzo Sticchi - è sulla strada del miglioramento, ma occorre uno sforzo da entrambe le parti. Le aziende devono essere più trasparenti, consentendo agli istituti di credito una valutazione oggettiva della loro situazione; dall'altra parte le banche devono considerare non soltanto l'aspetto quantitativo ma anche quello qualitativo dei progetti. E questo al di là del protocollo d'intesa firmato in Prefettura». Ammontano a più di sei milioni di euro i finanziamenti garantiti da «Artigianato & progresso», che riunisce circa 250 aziende il 90 per cento delle quali del settore artigiano: «Operiamo dal 1986 - dice il responsabile amministrativo, Antonio Dei Baroni - garantendo prestiti fino a 30 milioni delle vecchie lire e la maggior parte delle volte al 100 per cento. Queste cifre vengono spesso utilizzate dagli imprenditori come indispensabile liquidità». Ha festeggiato alcuni mesi fa le sue «nozze» d'argento, infine, la cooperativa magliese «Artigiani di Terra d'Otranto», nata nel 1979 nell'ambito di Confartigianato. Partita con 31 soci e un capitale sociale di due milioni 260mila lire, oggi conta 820 soci, un capitale di circa 535mila euro e un fondo di garanzia complessivo di 900mila euro. Nel 2003 sono stati garantiti prestiti per due milioni 260mila euro, a tassi d'interesse che arrivano al massimo al quattro per cento. «Se gli artigiani dovessero rivolgersi individualmente alle banche - sottolinea il presidente, Oronzino Leucci - potrebbero arrivare a pagare interessi fino al 14 per cento, mentre la forza della cooperativa sta nella conoscenza diretta dei soci, la cui unica garanzia è l'essere sempre affidabili».
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