ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su la Gazzetta dell' Economia
( anno ix N° 39 Sezione: ATTUALITA'      Pag.     3)
23 - 29 Ottobre 2004

VITO RAIMONDO

Intervista con il nuovo coordinatore pugliese di Alleanza Nazionale

 

 

 Gli errori del centrodestra

Mantovano: "Dalle aministrative una scossa"


 

Sottosegretario, Fitto è già partito per la campagna elettorale del centro destra. Voi, come An, vi adeguerete alla scelta di Fitto come Governatore della Puglia oppure proporrete altre candidature?

«Noi non abbiamo mai messo in discussione Fitto; quindi non si tratta di adeguarsi. Fitto è il presidente uscente e non c'è nessuna ragione per prendere in considerazione l'idea di un candidato diverso. Un discorso simile viene fatto in altre regioni nelle quali governa il centrodestra a cominciare dal Lazio; c'è la necessità di garantire una continuità dell' azione politica anche perché sono state avviate tante riforme sul territorio della regione e, perciò, non vi è alcuna ragione per prendere in considerazioni ipotesi diverse».

Su "Repubblica" di Bari il giudice (in pensione) Michele Di Schiena nell'articolo intitolato "Per scegliere l'AntiFitto, ripartiamo tutti dalle idee" diceva, fra l'altro, «...la piaga di una criminalità sempre più diffusa e violenta che nonostante le minimizzazioni del sottosegretario Mantovano costituisce una vera e propria emergenza regionale non è stato oggetto di adeguata attenzione da parte della giunta del presidente Fitto neppure di fronte all' allarme provocato nell'opinione pubblica dalle ricorrenti notizie di inchieste giudiziarie che svelano legami fra ambienti criminali e settori deviati della politica e dell'economia...» Che ne pensa?

«In poche parole: un bel po' di confusione. Se vogliamo concentrare l'attenzione sulla consistenza della criminalitàin Puglia, credo che si debbano prendere in considerazione dati oggettivi. Come sempre, il discorso sulla sicurezza va fatto non solo in termini assoluti, ma anche' in termini comparativi. Se compariamo la situazione della Puglia di oggi con quella di cinque anni fa credo che anche la persona più ideologizzata non possa fare a meno di riconoscere che la situazione è notevolmente migliorata. Bastano due dati di differenza rispetto a cinque anni fa. Oggi in Puglia non esiste più il contrabbando; non esiste l'immigrazione clandestina in termini di sbarchi. Questo significa che quelle unità di forze di Polizia che prima erano impiegate obbligatoriamente e massicciamente su questi due fronti possono svolgere altro opere soprattutto di prevenzione. So benissimo che c'è la criminalità e che un episodio inquietante - l'ultimo in ordine di tempo - è l'assalto al furgone portavalori fra le province di Brindisi e Lecce di un paio di settimane fa. Significa, però, che, soprattutto per un territorio così vasto e diversificato come quello interno, andreb- I bero fatte delle distinzioni. Nelle tre province meridionali della Puglia bisogna dire che rispetto a dieci anni fa la situazione è notevolmente migliorata grazie al lavoro delle forze di polizia e dell' autorità giudiziaria. Non esiste più una o più organizzazioni criminali verticistiche ramificate sul territorio ma esistono tante piccole bande criminali che danno fastidio ma che non destano grandi preoccupazioni.

Nella Puglia settentrionale ci sono dei punti critici a Bari città, a Foggia città e sul Gargano che, però, non conoscono una situazione di abbandono da parte delle istituzioni; ci sono delle indagini già a buon punto, altre sono in corso. Fermo restando che le generalizzazioni sono sempre improprie però la considerazione obiettiva dei dati induce a conclusioni diverse. Ultimo particolare non solo la Regione Puglia, ma qualsiasi Ente regionale, perlomeno con statuto ordinario, non ha competenza in materia di sicurezza e gli illeciti che si commettono e che sono di oggetto di indagine sul piano amministrativo non sono criminalità organizzata».

Le ultime elezioni amministrative hanno creato qualche dispiacere al centrodestra. Quale esponente di An come valuta questo piccolo flop dell'intera coalizione?

«Intanto non è un piccolo flop perché quando si perdono tutte le Province e le due più popolose città di Puglia come Bari e Foggia, il fenomeno non va sottovalutato. C'è un concorso di cause che non è ancora stato oggetto di esame approfondito. Una di queste è che non ci sono stati tempi adeguati per comprendere che il piano di riordino sanitario può dare anche dei nsultati positivi e non soltanto quelli di impatto negativi che ha provocato. C'è stato, poi, un enorme ritardo nella individuazione delle candidature e anche una pressione di chiusura nella individuazione delle candidature rispetto a competenze, a professionalità e ad energie non propriamente partitiche.

La Puglia è una regione che se messa in condizioni di esprimersi non solo sugli errori che possono fare gli esponenti dell'una o dell'altra coalizione, ma sulla base delle idee è un territorio tendenzialmente più moderato che progressista. Quindi, i risultati delle amministrative di inizio estate possono essere una scossa salutare».

I partiti del centrosinistra sono ancora in fibrillazione sulla candidatura. Per voi della coalizione di centrodestra è indifferente Boccia, Rossi, Divella, Dentamaro, Mirabella?

«lo credo che sia corretto per chi fa parte di uno schieramento politico non intromettersi nelle scelte di altre forze e quindi non esprimere valutazioni preventive. Nel momento in cui il candidato è stato scelto è ovvio che c'è il confronto. Al di là di un discorso di cortesia politica è un problema di consapevolezza dello schieramento nel senso che si deve poter contare su chi li sintetizza tutti sostenendolo a presidente e soprattutto su un programma da realizzare».

II programma del centrodestra sarà solo la prosecuzione di quello di cinque anni fa o come An avete qualcosa di innovativo da proporre a Fitto?

«Sullo scenario politico nulla può essere mai uguale quando in mezzo c'è un periodo così lungo come sono cinque anni. An ha già istituito un proprio gruppo di lavoro coordinato dall' assessore Marmo che darà il suo contributo a quello che sarà il programma del centrodestra. Ha, quindi, organizzato con gli alleati una conferenza programmatica regionale che punta alla esposizione a tutti di quello che sarà il proprio programma e ha particolarmente a cuore alcune questioni sulle quali ha già lavorato in questa consigliatura, fra cui la legge sulla famiglia che adesso dovrà trovare sviluppo applicativo a protezione delle situazioni di disagio interne alla famiglia dai portatori di handicap, alle gestanti in difficoltà, agli anziani, ecc. passando dall'enunciazione di principio che sono state indicate nella legge regionale sulla famiglia e all'applicazione concreta di questa enunciazione».

Sottosegretario Mantovano, cosa pensa della frattura nel Ccd con la spaccatura che potrebbe creare qualche problema soprattutto in vista dello sbarramento di cui si parla tanto negli ultimi tempi?

«Come dicevo prima, non ritengo di dover parlare delle vicende interne di altri partiti. Posso esprimere solo l'augurio che qualunque sia la soluzione di questa vicenda interna al Ccd non indebolisca la coalizione. È chiaro che se si stabilisce una soglia di sbarramento e uno schieramento politico che lo supera di poco si divide in due, qualche rischio per l'intera coalizione esiste».


    

 

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