ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione: IN PRIMO PIANO Pag. 3) |
Giovedì 12 maggio 2005 |
Franzi de Palma le reazioni Mantovano, Poli Bortone, Tatarella, Amoruso, Buccero e Polizzi
La Puglia boccia lo «strappo»
BARI Stupore, amarezza e anche un po' di imbarazzo nel commentare la svolta di Gianfranco Fini. Quei tre sì al referendum sulla fecondazione assistita hanno spiazzato anche i pugliesi di An, a cominciare dal sottosegretario Alfredo Mantovano, coordinatore regionale del partito che, da cattolico, non condivide affatto e si chiede come e quando An ha cambiato linea, ricordando che nel febbraio 2004 lo stesso Fini votò la legge, oggi oggetto della consultazione referendaria. «La difesa del diritto alla vita non è una battaglia clericale ma di civiltà - spiega Mantovano - ho sempre votato a destra, e ho aderito ad An perchè mi riconoscevo nei valori di Fiuggi ma anche nella Carta dei valori di An che mette la difesa della vita al primo posto». Si può obiettare che la libertà di coscienza è legittima? «In questo caso si tratta del presidente del partito e non di un singolo esponente che può invocare la libertà di coscienza se il suo partito assume una linea e lui dissente». Sul rispetto della linea insiste anche l'europarlamentare Adriana Poli Bortone che già da tempo ha aderito al comitato «Scienza e vita» per l'astensione. Oltre a non conoscere le motivazioni che hanno spinto Fini a fare l'annuncio («non partecipando agli esecutivi nazionali non ho idea se la questione è stata discussa, so solo che molti sono rimasti sconcertati») il sindaco di Lecce tiene a ribadire che la sua è una scelta dettata dalla coerenza con le sue idee e con quello che per 40 anni ha detto: «Una scelta in linea con le proposte di legge che avevo presentato quando ero in Parlamento, in linea con l'atteggiamento avuto in Europa sul problema delle cellule staminali». Quanto a Fini «spero che abbia avuto le sue ragioni perché è alquanto strano che una persona responsabile politicamente decide di fare una cosa del genere. Ce lo spiegherà se ne avrà voglia». Che ci sia tensione e un certo scombussolamento tra le fila del partito è innegabile - dice l'altro europarlamentare Salvatore Tatarella - attestato sull'astensione. «Trattandosi di una questione di coscienza, non si può parlare di errore ingiustificabile ma poichè Fini non è un semplice iscritto sarebbe stato più opportuno il silenzio. Non si comprende la sua inversione di rotta, perche prima ha appoggiato con forza la legge 40». Tatarella non crede che l'ennesimo strappo del capo possa danneggiare il partito perchè «hanno valore non le singole posizioni ma quelle ufficiali ed An ha votato quella legge e si è impegnata a difenderla. Per quanto mi riguarda, l'astensione è lo strumento consentito dalla legge per ottenere un risultato politico. In questa materia è difficile fare una normativa perfetta ma è meglio avere una legge piuttosto che il Far West e questa legge a mio avviso è giusta». Il malessere è palpabile e nelle parole dette a mezza bocca si ripropone il tema della mancanza di un dibattito interno: «un partito come il nostro deve prendere l'abitudine di discutere ed anche questa dichiarazione andava preceduta da un confronto che non c'è stato», si sfoga Tatarella. Fini ha espresso una sua opinione legittima - dichiara l'on. Francesco Amoruso - che in coerenza con il suo percorso non andrà votare. «Ho aderito al comitato "Scienza e vita" e l'annuncio di Fini ci ha sbalordito. Non pensavamo ad una presa di posizione pubblica poichè come presidente del partito, avendo voluto la legge, unica possibile per evitare una logica da Far West, ritenevo che potesse optare in modo diverso anche perche An mette al primo posto la difesa della vita. Detto ciò non bisogna enfatizzare la cosa». Il sen. Ettore Bucciero è restio a parlare. Sceglie l'astensione «perchè si conosce poco la materia e si tratta di un gioco ai dadi sulla base di semplici sensazioni». Mentre ritiene apprezzabile la libertà di coscienza espressa da Fini. Anche il commissario provinciale barese di An, Rosario Polizzi è per la libertà di coscienza: «come medico non possono non essere d'accordo con il paziente che va aiutato» Ma è sorpreso per la sortita di Fini: «spero che abbia avuto le sue ragioni ma soprattutto un progetto politico che io non conosco». Franzi de Palma
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