ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
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Mercoledi 01 febbraio 2006

b. mart.

PUGLIA Pillola abortiva in Consiglio, Amati (Dl) lancia appello all'Unione

  

 

Famiglia, Vendola tenta l'accordo

Oggi confronto con la Margherita sulla legge dell'assessore Gentile


BARIO ggi è il giorno della verità sulla discussa legge per la famiglia della giunta Vendola. Risolta la questione plurale o singolare (sull'unicità della famiglia e la pluralità dei soggetti - dalle coppie di fatto alle unioni basate su vincoli parentali o affettivi - si era incentrato il dibattito degli ultimi giorni), l'assessore alla Solidarietà Elena Gentile, dopo aver apportato significative modifiche «ma che - precisa - non cambiano il senso della legge», ha consegnato il nuovo testo al presidente della Puglia Nichi Vendola e alla Margherita. E oggi, a margine del Consiglio regionale, si tenterà l'intesa. «Evitiamo le definizioni - dice Gentile, lanciando un appello affinché si chiuda la partita entro la giunta del 6 febbraio- se questo può far correre il rischio di sminuire il senso della legge, che metterà a disposizione dei pugliesi risorse, opportunità, servizi innovativi e che nel contempo metterà in moto il mercato del lavoro: dai servizi sociali finalmente "smedicalizzati" alle ingenti risorse dei piani di zona, ancora inutilizzate». Ma il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano torna a puntare l'indice sulla legge: «non si fa cenno né ai pacs, né alle convivenze, né ai gay - dice - e però si adopera una formula che li comprende tutti.

Per una volta - ironizza - sono d'accordo col presidente della Regione Puglia, quando dice che l'intenso lavoro che sta appassionando i suoi assessori sulla stesura dell'articolo 22 della legge regionale sui servizi sociali, e cioè la definizione di famiglia e coppie di fatto, è "una disputa nominalistica"». Getta acqua sul fuoco invece, dopo aver sollevato forti obiezioni, il gruppo regionale della Margherita: «oggi analizzeremo la proposta dell'assessore - dice Pina Marmo, consigliere regionale - e ne faremo sintesi nel gruppo, nel forum delle donne e nel partito per arrivare ad una soluzione condivisa da tutti».

Niente compromessi - ammonisce - sul modello di famiglia, che «è e deve restare unico: non possiamo cambiare la costituzione, dobbiamo sì porci il problema del fatto che tutti hanno diritto a beneficiare dei servizi sociali, ma quali sono i doveri? Su questo tema c'è bisogno di una legge nazionale - chiarisce Marmo - altrimenti ogni regione o comune andrebbe per conto suo. Il modello di famiglia è unico, lo stato attraverso le regioni e i comuni deve però garantire a tutti gli interventi sociali ed economici necessari».

Il dibattito, acceso in Puglia quanto a livello nazionale, ha investito l'intero centrosinistra. «Prodi fa bene a porre il problema di un'evoluzione naturale della società: dobbiamo però stare attenti nelle definizioni, perché c'è il rischio di contenziosi, come evidenziano gli stessi costituzionalisti». Toni di apertura anche dal vicecoordinatore della Margherita pugliese, Fabiano Amati, a cui si deve la paternità della prima proposta di modifica al disegno di legge Gentile, poi superata da una nuova formulazione dell'intero gruppo consiliare. Quello della Gentile «è un grande passo avanti e, anche se molto umilmente, ce lo poniamo a merito. Ovviamente adesso occorrerà valutare la nuova proposta in ambiti più collegiali: spetterà al gruppo consiliare la difesa delle iniziative che sinora abbiamo assunto e grazie alle quali - dice - abbiamo ottenuto una migliore puntualizzazione dei destinatari degli interventi, tutelando sia la legge vigente che il principio della non discriminazione».

La patata bollente, in verità, oggi sarà un'altra: nell'aula consiliare della Puglia si discuterà della pillola abortivo RU486 ed anche in questo caso, a fronte di un centrodestra compatto sul «no» alla sperimentazione, i distinguo nell'Unione non sono mancati. «La Margherita ha depositato un ordine del giorno su cui auspico un'adesione dell'intero centrosinistra. Il nostro - aggiunge Amati - è un manifesto laico, fondato non solo sulla ovvia necessità di sperimentazione della pillola al cospetto dell'articolo 15 della legge 194 del '78 (quella sull'aborto, ndr), che prevede l'uso di nuove tecniche, ma anche sulla richiesta di un potenziamento di tutti quegli strumenti dissuasivi, dai consultori al ruolo di presidi medici e socio-assistenziali, che la 194 contiene e che oggi sono vergognosamente disapplicati in Puglia». Il centrodestra, conclude, «dicendo no commette solo l'errore di istigazione a violare la legge».



 

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