ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione: LA GAZZETTA DI LECCE Pag. ) |
Sabato 30 Ottobre 2004 |
Marco Seclì Le «picconate» del sottosegretario Alfredo Mantovano hanno reso subito incandescente il confronto nel Polo. Violenti attacchi da Fabrizio Camilli
Centrodestra, è l’ora del tutti contro tutti
La Casa delle libertà salentina esplode come una polveriera. La miccia accesa da Alfredo Mantovano ha fatto deflagrare un dibattito che, dopo le polemiche a caldo sulla sconfitta alle suppletive, sembrava destinato a spegnersi senza lasciare troppe macerie. E, invece, è un tutti contro tutti all’indomani delle dichiarazioni del sottosegretario di An, che ha bocciato la candidatura di Vincenzo Barba e quindi le scelte di Forza Italia, sostenute dal presidente Raffaele Fitto. È una rissa, e come ogni rissa che si rispetti non mancano gli insulti. Gli «azzurri» sono furenti. Anche se la replica più rabbiosa ieri l’ha firmata il consigliere regionale Fabrizio Camilli, che pure appena tre giorni fa aveva polemizzato col segretario provinciale Raffaele Baldassarre sull’esito del voto gallipolino. An fa quadrato attorno al coordinatore regionale e, benché con sfumature diverse, rintuzza gli attacchi forzisti. Intanto, sempre in casa Fi, il deputato Ivano Leccisi (intervista a lato) rompe gli indugi e critica senza mezzi termini la linea di Fitto e dei vertici del partito salentino. «Eravamo a corto di sue notizie e - ironizza Camilli - non ne sentivamo la nostalgia. Le sortite dell’onorevole Mantovano sono destinate ancora una volta a brillare per opportunismo e scarso senso di responsabilità. C’è da chiedere scusa agli elettori? Forse sì, per aver premiato con un ruolo di governo chi ha fatto della politica una passerella, confondendo la Casa delle libertà, e le sue prerogative, per quei luoghi tanto cari alla signora Merlin (che diede il nome alla legge che proibì i postriboli,ndr) che, molti anni fa li chiuse per evitare il propagarsi di malattie fisiche e morali». È un Camilli irrefrenabile che chiede anche a Mantovano cosa ne pensi della candidatura di Fitto alla presidenza della Regione, che gli dà dell’attore-protagonista «solo nella critica, mai una volta a sostegno di una comune azione politica». «Già nel ’99 - rimprovera - ebbe modo di manifestare l’alto senso di partecipazione alla vita della coalizione. Lo ricordiamo poi brillantemente assente in ogni altra competizione (Provinciali comprese), lo riscopriamo censore di costumi politici a sei mesi dalle Regionali. E se fosse lui il migliore candidato occulto del centrosinistra?» «Ingenerose e politicamente poco opportune» definisce le dichiarazioni di Mantovano il movimento Uniti al Centro. Il responsabile Luigi De Leo chiede al sottosegretario un «rispetto», per i tanti che si sono impegnati al fianco di Barba, pari a quello accordato a lui quando «ha fatto conoscere la sua rinuncia a ricandidarsi» nel collegio in cui era stato sconfitto nel 2001. In difesa del sottosegretario scende invece in campo An. Il presidente provinciale Erio Congedo consiglia «a qualche esponente di Fi - che alla ricerca di una ribalta giornalistica si spinge a dichiarazioni grottesche e livorose - di ricordare che è il momento del lavoro comune, umile e intenso al tempo stesso, per restituire al popolo di centrodestra fede in se stesso e voglia di vincere». Congedo giudica infatti troppo semplicistiche le supposte ragioni della sconfitta alle suppletive prevalse nelle analisi del voto targate Cdl. Invita la coalizione a riflettere sul dato politico e ad elaborare un’offerta capace di portare gli elettori a ritrovare «le ragioni che in altre occasioni lo hanno portato a scegliere più decisamente il centrodestra». Ecco perché Congedo condivide l’invito di Mantovano a «concentrarsi su una riflessione serena e costruttiva tale da rilanciare la coalizione e individuare i percorsi più adeguati per affrontare nel migliore dei modi i prossimi decisivi appuntamenti elettorali ». In pratica, rilancia la richiesta di un tavolo allargato della Casa delle libertà come mezzo per sciogliere i tanti «nodi». Richiesta caldeggiata anche da Gerardo Filippo, sindaco ed esponente del coordinamento regionale di An, tradizionalmente vicino alle posizioni di Mario De Cristofaro, e dall’ex capogruppo alla Provincia, Biagio Ciardo. Ma il primo confronto avverrà proprio all’interno di Alleanza nazionale. Questa sera alle 18 all’hotel Tiziano si tiene l’assemblea convocata dal coordinatore regionale. Mantovano li ha già promossi in altre province. A Lecce però, con l’aria che tira, avrà un sapore particolare.
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