ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:   CRONACA DI LECCE          Pag.    101 )
Sabato 04 febbraio 2006

Marco Seclì.

Le elezioni Il partito in subbuglio. La decisione dell'europarlamentare mette in gioco liste già pronte, provocando effetti a catena

  

 

Il «ciclone Adriana» scombussola An

Alleati disorientati. Fitto e Ruggeri prendono tempo. «Amministrative non preventivate»


Il ciclone Adriana si abbatte su Alleanza nazionale e manda all'aria le pedine di due liste, quelle per Camera e Senato, ormai bell'e pronte. L'irruzione dell'eurolady scompagina il quadro delle candidature pugliesi del partito di Fini provocando smottamenti a catena. A farne le spese, se il sindaco non farà dietrofront da qui a 20 giorni, potrebbe essere Ugo Lisi, deputato uscente che adesso rischia di non essere riconfermato. Adriana Poli Bortone, coordinatrice regionale di An, sarà capolista al Senato al posto di Alfredo Mantovano. Nessun problema per il sottosegretario all'Interno, che passerà alla Camera per diventare il numero due della lista, alle spalle del leader Gianfranco Fini.

Così gli spazi per candidature in posizione eleggibile, già molto risicati, si restringono ulteriormente. An in Puglia conta di eleggere in tutto nove parlamentari, sei deputati e due o tre senatori. Dopo Fini e Mantovano, le postazioni utili nella squadra in corsa per la Camera sono appannaggio di Angiola Filipponio Tatarella (la vedova di Pinuccio), Francesco Amoruso, Antonio Pepe e Pinuccio Gallo. Alle spalle della Poli, per il Senato corrono altri due intoccabili come Francesco Divella (a Bari lo danno come capolista) e l'uscente Euprepio Curto. In questo puzzle pugliese, che contiene già due tasselli salentini su nove, diventa arduo se non impossibile inserire un terzo rappresentante della provincia di Lecce. Ugo Lisi potrebbe ora essere schierato in una delle cosiddette posizioni «border line», quelle a ridosso delle posizioni sicure, che permetterebbero il ripescaggio in caso di dimissioni di chi precede. Nonostante la rivoluzione che potrebbe penalizzarlo, il deputato leccese ieri non ha battuto ciglio. «Sono a Roma per partecipare alla conferenza programmatica del partito - ha detto tranquillo, sfoderando grande aplomb - Gianfranco Fini mi ha affidato l'incarico di coordinare l'iniziativa che domani (oggi, ndr) culminerà nel "patto" tra An e gli anziani.

In questo momento mi interessa solo portare a termine nel migliore dei modi il mio mandato di parlamentare. Sul resto non faccio commenti». Ma se a Roma sembra prevalere la serenità, le dimissioni del sindaco hanno provocato grande fibrillazione in An salentina. Nessuno prende posizione pubblicamente ma il nervosismo serpeggia. In molti si sentono già «orfani» della Poli. La conclusione anticipata del mandato amministrativo viene giudicata come un danno per tutti. Le divisioni sulla successione al primo cittadino non fanno dormire sonni tranquilli al centrodestra. Per giunta si teme il risultato delle elezioni politiche: «Si vota il 9 aprile e se vanno male la coalizione rischia di subirne gli effetti negativi anche alle comunali di un mese dopo». Chi oggi è assessore, ma anche chi è «semplice» consigliere sa che in quel caso le chance di tornare a palazzo Carafa si ridurrebbero. Ecco perché in questi giorni non mancheranno le pressioni per convincere Adriana Poli a tornare sui propri passi e restare al suo posto di comando a palazzo Carafa. Ma lei si farà piegare dalla «ragion di stato» o continuerà ad andare dove la porta il cuore?



 

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