ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: CRONACA di GALATINA     Pag.    11 )
Martedì 9 novembre 2004

Antonio Liguori

OMICIDIO BIAGINI / L’allarme del sottosegretario agli Interni, l’on.Mantovano, che presiede vertice in prefettura

 

 

 Calata la soglia della legalità

«Politica e istituzioni mantengano le distanze dai criminali»


 

«Io non posso fare una valutazione sul caso specifico, sul fatto che Leonardo Biagini fosse insieme ad un sorvegliato speciale. Gli era molto vicino anche durante la campagna elettorale e mi pare che questo sia stato un dato che, con variazioni di tono e grado, abbia interessato la competizione elettorale nel suo insieme. Non soltanto un singolo candidato, un singolo esponente di partito. Il che richiede un esame da parte dell'intera comunità politica e cittadina, al di là dei motivi contingenti che nella vicenda Biagini sono all'esame dell'autorità giudiziaria. Tutta la comunità foggiana deve interrogarsi sull'opportunità di mantenere bene le distanze rispetto alla realtà criminale. E tenere le distanze significa non solo non commettere reati insieme; vuol dire che tutti devono considerare, avendo soprattutto responsabilità politiche e istituzionali, i criminali per quello che sono. A meno che i criminali non cambino idea e si comportino diversamente».

Il sottosegretario all'Interno, l'on. Alfredo Mantovano invita tutti a mantenere le distanze dall'antiStato, in una città e una provincia che negli ultimi mesi hanno visto incriminati pm, poliziotti e carabinieri per rapporti inopportuni con malavitosi. Ed hanno visto un consigliere comunale di Alleanza Nazionale, Leonardo Biagini, 39 anni, autista dell'Ataf, cadere sotto i colpi di un killer la sera del 25 ottobre mentre era in compagnia di un sorvegliato speciale ritenuto vicino alla mafia, Antonio Catalano di 42 anni, rimasto ferito alla gamba. Sia chiaro - e lo rimarca più volte il vice-ministro rispondendo alle domande dei cronisti - che la vicinanza e le frequentazioni tra il consigliere comunale e un noto malavitoso «rappresentano una delle chiavi di lettura dell'indagine, non la sola».

L'on. Mantovano a chi gli chiede informazioni sull'indagine («saranno sentiti politici e amministratori?»; «c'è una pista principale?») risponde che «sarà l'autorità giudiziaria a valutare le piste che emergono e ora sarebbe fuori luogo individuare una pista piuttosto che un'altra: sono molteplici le ipotesi valutate in questo momento».

Il vertice in Prefettura ha riguardato l'indagine sull'omicidio Biagini ma più in generale la situazione della lotta alla criminalità a Foggia e in provincia. «S'è parlato del quadro generale della situazione, del lavoro svolto e di quello che dev'essere fatto» ha detto il sottosegretario rimarcando anche come «tra i tanti elementi negativi di un episodio terribile accaduto il 25 ottobre, c'è anche questo: il lavoro svolto negli ultimi mesi dalle forze di polizia viene di fatto vanificato nell'immagine da un episodio obiettivamente gravissimo, sconvolgente non solo per Foggia».

Qual è l'invito del viceministro alla città? Avere fiducia, collaborare. «Lo sforzo da parte dei cittadini è rendersi conto che sono state realizzate operazioni di polizia straordinarie negli ultimi mesi: a Foggia, Cerignola, Lucera e in particolare sul Gargano. Il numero di omicidi del 2004 (12, ndr) è notevolmente inferiore rispetto a quello degli anni precedenti, specie nel 2003 (36 e 2 lupare bianche, ndr). Questo significa che il contrasto realizzato dalle forze dell'ordine ha consentito nel tempo stesso di svolgere un'opera di prevenzione. Se nel 2004 c'è stata una drastica riduzione degli omicidi rispetto al 2003, è successo non perchè c'è stata una pax mafiosa ma perchè la gran parte degli appartenenti ai clan criminali in questo momento si trova in carcere, grazie alle operazioni svolte. Ecco, credo che questo debba essere il punto di partenza perchè tutta la cittadinanza abbia piena fiducia nell'operato delle forze di polizia. E su questo si deve iniziare a costruire tutto il resto».

Il sottosegretario invita alla fiducia, eppure negli ultimi mesi ci sono stati tre episodi di «giustizia» privata: il mafioso ucciso a San Severo dal fornaio esasperato per le continua angherie; il capoclan ammazzato a Cerignola dal commerciante dal quale avrebbe preteso il pizzo; il tredicenne ferito gravemente a fucilate perchè rubava un pugno di olive. «Avere fiducia significa non solo collaborare con le forze di polizia quando si hanno notizie da trasmettere ma anche evitare di ricorrere ad una sorta di giustizia privata che mette in difficoltà tutti, a cominciare da chi la realizza». In occasione della guerra di mafia in città dei primi mesi del 2003, si parlò della necessità di riforzare gli organici delle forze dell'ordine: a distanza di un anno e messo dalle promesse a Foggia si mettono ancora soltanto due «volanti» per turno per carenza di organici: «s'è parlato anche di rinforzi nel corso del vertice e questi rinforzi ci saranno» l'assicurazione dell'on. Mantovano.


    

 

vedi i precedenti interventi