ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione: GAZZETTA DI LECCE Pag. ) |
Sabato 9 Aprile 2005 |
c.m. Il partito di Fini esce dalle urne stordito e sgomento. La «base» chiede meno personalismi
«Ora An volti pagina»
Energie nuove, per rivitalizzare il partito. Ma anche meno personalismi, recupero dello spirito delle origini e maggiore responsabilità. Il «popolo di An», all'indomani della sconfitta alle Regionali, appare stordito e sgomento. Ma è deciso a voltare pagina, puntando soprattutto su una nuova classe dirigente. I responsabili dei vari Circoli - che rappresentano il «termometro» della base, ne sondano gli umori e le speranze - non hanno dubbi: bisogna rimboccarsi le maniche e darci ancora dentro. E riguardo alla leadership del partito, sono chiari: le colpe della dèbacle elettorale non vanno addebitate al coordinatore Alfredo Mantovano. In sei mesi - come ha spiegato Mario De Cristofaro - non si possono fare miracoli. «Alleanza nazionale - dice Giovanni Rizzo, presidente del Circolo "Città di Lecce" - dovrebbe recuperare lo spirito delle origini, generoso e comunitario. In poche parole: più partecipazione, riunendo spesso i quadri e promuovendo iniziative comuni tra i Circoli». Secondo Rizzo andrebbero smorzati anche i toni ed i personalismi. «Le correnti - aggiunge - non devono operare come partiti a sè. Vecchi e nuovi esponenti vanno egualmente tesaurizzati, non demonizzati o esaltati secondo il variare delle convenienze e delle alleanze interne. Il metro di giudizio, il parametro della carriera politica e il reale argomento di dibattito devono essere i programmi, l'intelligenza politica, la correttezza personale, i risultati conseguiti». Da qui, dunque, l'esigenza di svolgere «una seria analisi del voto con il senso di responsabilità dovuto a chi lavora e vota per An». Anche secondo Valentino Latorre, presidente del Circolo territoriale "Lecce centro", occorre un serio momento di riflessione, «anche perchè le polemiche, in questo momento, sono veramente inutili. A mio giudizio, dobbiamo concentrarci solo sui fatti». E mette i paletti su alcuni punti fondamentali. «Intanto c'è da dire che la dialettica interna è importante - sottolinea - ma non deve degenerare in sterile contrapposizione correntizia, come è già avvenuto in passato. Le tensioni elettorali, per quanto dure possano essere, non devono avere consenguenze sensibili sull'attività amministrativa; e da questo punto di vista auspico che, da oggi in poi, vi sia un maggiore coinvolgimento dei Circoli di An di Lecce nelle scelte politiche del nostro gruppo consiliare al Comune e della nostra delegazione in Giunta». Latorre poi aggiunge che occorre una maggiore unità di intenti tra i leader locali di An, «anche al fine di permettere ai nuovi esponenti del partito, come Saverio Congedo, Ugo Lisi ed altri, di poter lavorare in un clima di assoluta serenità». «Dobbiamo rilanciare l'azione politica e sociale sul territorio - conclude - dando la possibilità ai tanti giovani presenti in An di farsi strada, secondo quelle che sono le loro specifiche capacità. In altre parole, tutto ciò che penso può essere sintetizzato in una singola formula, la cui applicazione è fortemente voluta dalla nostra base: partecipazione, solidarietà, meritocrazia, che è anche la ricetta politica di Mario De Cristofaro, e che io "sposo" in pieno». Carlo Chiriatti, coordinatore del Circolo di Copertino, non riesce invece a spiegarsi tutta questa rabbia post-elettorale. E sottolinea, a chiare lettere, che Mantovano non si tocca. «Il sottosegretario - spiega - non poteva certamente fare miracoli in così poco tempo, anche se si stava già adoperando per rinnovare la classe dirigente del partito, dare nuovi stimoli e direttive. Credo che i risultati di tutto questo lavoro si vedranno tra qualche tempo». Nuova linfa, dunque. «Sicuramente l'onorevole Ugo Lisi - aggiunge Chiriatti - può rappresentare il futuro del partito, anche alla luce del fatto che ha un buon rapporto con i giovani. E, in questo senso, sarebbe il caso che i capi storici si facessero un po' da parte e lasciassero un po' più di spazio alle nuove leve». Cosa fare, adesso? «E' il momento di ricompattarsi - spiega - E questo è un invito rivolto a chi vuole bene al partito. Non ho compreso, invece, lo sfogo di Adriano Napoli, dei Circoli Area: se le cose vanno male le colpe non possono essere semplicemente addebitate agli altri. Occorrerebbe un po' di autocritica, anche all'interno di ciascuno di noi e delle diverse correnti. Se Congedo ha avuto più voti in provincia, vuol dire che è stato più presente, assieme a De Cristofaro, sul territorio». Secondo Luigi Zuccaro, responsabile del Circolo di An di Nardò, non ci sono colpe specifiche. «Si è trattato di un voto di protesta contro il governo nazionale e contro la Giunta Fitto - spiega - Nei prossimi giorni ci riuniremo con il direttivo e l'esecutivo del partito per analizzare gli ultimi dati, anche perchè a Nardò sono andati perduti mille voti». Zuccaro punta sul rinnovamento e sulle nuove energie dei giovani. «C'è l'onorevole Lisi, figura istituzionale - conclude - ma ci sono anche tanti altri soggetti che possono essere utili per il futuro del partito». Anche Gaetano Giuri, esponente di An a Galatone, lancia la «linea giovane» e sottolinea che è giunto il momento di tornare alla base e fare politica all'interno del partito. «Mantovano ha dovuto lavorare tra enormi difficoltà - spiega - ed è riuscito comunque a far entrare in lista persone valide. Purtroppo ogni corrente ha voluto salvaguardare i propri candidati, e questo ovviamente a discapito della lista. Troppo facile, dunque, scaricare le colpe della sconfitta sul coordinatore regionale. E solo perchè non si è riusciti a far eleggere i propri candidati».
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