ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
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Articolo pubblicato su LA GAZETTA DEL MEZZOGIORNO | Domenica 6 gennaio 2002 |
«An da sola alle prossime Amministrative» Alle prossime Amministrative An potrebbe presentarsi da sola in molti comuni se le rivendicazioni del partito di Fini in termini di candidati alla carica di sindaco non verranno accolte dagli alleati. Lo «scontro» interno al partito non potrà che avere una conclusione - affidata agli iscritti - nel prossimo congresso provinciale. La Regione Puglia è in ritardo su alcuni temi fondamentali rispetto ad altre realtà (la Regione Lazio, ad esempio) e se entro la fine della legislatura non saranno raggiunti gli obiettivi prefissati bisognerà trarne le conseguenze. Il sottosegretario all'interno Alfredo Mantovano non usa mezzi termini per «descrivere» la situazione politico-amministrativa e lo fa nel corso della registrazione di un programma dell'emittente televisiva Canale 8. Parole che non lasciano dubbi all'interpretazione e sono destinate ad alimentare un dibattito politico quantomeno effervescente.
Ce n'è per tutti. Le Amministrative, innanzitutto. Si parte con due precisazioni. «Alleanza nazionale - dice Mantovano - crede nella Casa delle libertà che, però, non significa Casa di Forza Italia. Alle politiche del 1996 An ha ottenuto cinque parlamentari mentre nel 2001 ha dovuto accontentarsi di tre candidature tra cui quella particolare di Gallipoli». Dunque, nelle scelte dei candidati sindaco si dovrà tener conto del peso del partito (passato dal 12 al 19 per cento a livello provinciale) e dei sacrifici che ha recentemente sopportato proprio in fatto di candidature. In pratica, se, ad esempio, a Nardò il Polo non convergerà su Giuseppe Fracella, An andrà da sola per la propria strada. Parole pesanti che chiameranno in causa i vertici del partito. E non sarà un confronto facile considerati i rapporti non idilliaci tra i vari leader. A Mario De Cristofaro ed Adriana Poli Bortone manda a dire: «non capisco il senso delle polemiche ma siccome presto ci saranno i congressi nazionale e provinciale, saranno quelle le occasioni, per loro, di chiarire le critiche. Poi si andrà ai voti e, come accade in democrazia, chi ne avrà di più avrà ragione». Al riguardo va precisato che, quasi certamente, al congresso provinciale non voteranno più i delegati ma tutti gli iscritti che attualmente sono circa cinquemila. La pietra è lanciata, vedremo gli effetti. Non manca una accorata difesa del presidente provinciale Saverio Congedo «votato dalla stragrande maggioranza del congresso e che ha portato An fino al 19 per cento».
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