ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione: LA GAZZETTA DI BARI Pag. 22 ) |
Venerdì 18 Luglio 2003 |
Carmela Formicola Nicola Pepe Il sottosegretario all’Interno presiede il comitato per l’ordine pubblico
Tra i clan tensione alle stelle oggi vertice con Mantovano Ma perché i clan hanno rimesso mano alle armi? Perché, dopo una lunga tregua - a parte i vivaci rivolgimenti tra i gruppi del San Paolo - il crimine si è rimesso in guerra? È in cerca di risposte, a queste come ad altre domande, il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano, che questa mattina in Prefettura presiederà la riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Gli ultimi episodi registrati a Japigia e nella città vecchia null'altro sono che l'inquietante spia di una tensione riaccesa all'interno della criminalità organizzata cittadina. Chiariamo: i fatti di Japigia e quelli di Bari vecchia non hanno fili conduttori o ragioni comuni, ma la nuova vena bellica che attraversa le famiglie mafiose baresi ha, probabilmente, identica genesi. A Japigia, com'è noto, nell'arco di una giornata si sono consumati tre violenti attacchi alla famiglia Calzolaio, vicinissima al boss Savino Parisi: prima la sparatoria in via Caduti Partigiani, poi l'incendio di un negozio di uno dei fratelli Calzolaio e dell'abitazione di uno dei loro «figliocci», in via La Pira. La scintilla delle aggressioni, secondo una prima pista investigativa, sarebbe una partita di droga non pagata. Ma c'è da andare a fondo. Qualcuno attacca Calzolaio per attaccare Parisi? E chi ne avrebbe la forza? La chiave di lettura potrebbe invece essere un'altra: l'ultima ordinanza di custodia cautelare notificata a Savinuccio Parisi potrebbe decretarne un'altra, lunghissima detenzione, mentre in molti, a Japigia, erano pronti a scommettere che il boss sarebbe tornato in libertà nel 2004. Tra gli stessi uomini di fiducia di Parisi potrebbe essere scoppiata la guerra per strappare definitivamente lo scettro al boss. Qualcuno avrebbe deciso di isolarsi e mettersi in proprio, anche perché Savinuccio, almeno negli ultimi tempi, avrebbe smesso di impartire ordini dal carcere, dopo le ultime inchieste che ne hanno svelato la formidabile capacità di dialogo con i suoi uomini e le sue donne. Sugli episodi di Japigia, tra l'altro, gli investigatori hanno già indicazioni precise. Le persone sospettate hanno nomi e cognomi, resta da capire chi li abbia armati, sembrando scontata l'ipotesi che nessun «picciotto» possa sfidare gente del calibro di Calzolaio. Intorno a questa ipotesi muove l'inchiesta della Dda. Nella città vecchia le polveri si infiammano come sempre tra le due famiglie in guerra, i Capriati e gli Strisciuglio. La nuova tensione sarebbe il frutto di vecchie ruggini, vecchi conti in sospeso e gli esponenti degli Strisciuglio sono tornati nel mirino dei rivali. Corposa l'informativa sui conflitti barivecchiani trasmessa in Procura. Corposa anche la documentazione che forze di polizia e magistratura sottoporranno questa mattina al sottosegretario Mantovano. Non mancheranno, nel vertice, riferimenti alle recenti scarcerazioni eccellenti (dieci esponenti dei Capriati tornati in libertà per decorrenza dei termini di custodia cautelare). E proprio la sponda giudiziaria potrebbe essere lo scenario comune al riacuirsi delle ostilità tra clan. La durata dei processi (estenuante), la conseguente decorrenza dei termini di custodia cautelare, il tramonto del pentitismo (che pure dal di dentro ha minato la criminalità organizzata): allentate le briglie della giustizia, con nuove leve subito pronte ad affacciarsi sulla scena malavitosa, è facile che il mondo del crimine ricominci a espandersi.
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