ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


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Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGGIORNO
(Sezione: PRIMO PIANO   Pag. 4  )
26 giugno 2002

Alessandra Flavetta

Cgil, Cisl e Uil: manca l'indicazione delle risorse, sparite dal programma alcune opere. Perplessità anche da Confindustria

«Mezzogiorno, governo vago»
Giudizio negativo dei sindacati. Con il Sud ritrovano l'unità


ROMA Il tavolo sul Mezzogiorno «è arretrato» rispetto al 6 giugno scorso, nonostante il governo affermi che «lo sviluppo del Sud è una priorità strategica». E' questo il giudizio di Cgil, Cisl e Uil al termine dell'incontro di ieri a Palazzo Chigi con mezzo governo ed il consigliere delegato di Confindustria per il Mezzogiorno, Francesco Rosario Averna, che pure ha espresso alcune perplessità.

Le parti sociali si aspettavano di ricevere da una delegazione governativa così nutrita - i ministri per le Attività Produttive Antonio Marzano, per le Politiche Comunitarie Rocco Buttiglione, per l'Agricoltura Gianni Alemanno, oltre al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, i viceministri Mantovano e Miccichè ed una schiera di sottosegretari - una quantificazione delle risorse che si indende destinare al Sud, ed un criterio di selezione per la realizzazione delle grandi opere. «Invece, non solo non sono state indicate le cifre per le infrastrutture, ma sono persino sparite le opere da realizzare entro il 2005, come il Ponte sullo Stretto, il completamento della rete idrica e della Salerno-Reggio Calabria, che nell'incontro scorso erano state indicate», denuncia il segretario confederale della Uil, Paolo Pirani, che sospende il giudizio sulla strategia del governo per il Sud in attesa del Dpef.

Critica anche la Cgil: «Sull'acqua siamo al ridicolo, nel piano del governo non c'è più la ferrovia ed in più - afferma il segretario confederale Paolo Nerozzi - rimane la legge sugli appalti, che apre la strada all'intreccio con il malaffare. Non ci sono le quantità economiche per il cumulo tra la Tremonti Bis ed il credito d'imposta, nè quelli per la programmazione negoziata», rileva ancora Nerozzi, che sostiene «l'inutilità di incontri di questo genere». Eppure, anche per il consigliere per il Mezzogiorno di Confindustria, uno dei punti qualificanti per lo sviluppo del Sud è la cumulabilità, «in dirittura d'arrivo», tra le agevolazioni della Tremonti bis ed il credito d'imposta previsto dalla legge Visco, che però scade il 31 dicembre e richiede una proroga «di almeno un anno». Un provvedimento che anche il vicepremier Gianfranco Fini, da Bruxelles, ritiene possa «determinare davvero una svolta nei confronti del Sud, risolvendo in tempi brevi il divario con il Nord». Averna esprime un giudizio positivo anche sul potenziamento delle risorse per la ricerca nel Sud «con la promozione delle facoltà d'eccellenza - spiega - ed il collegamento tra università, ricerca e sistema produttivo». Ma i sindacati ricordano che, ancora una volta, non è stato messo nero su bianco se verrà destinato più dell'8% delle risorse del Paese che oggi vanno al Sud per la ricerca. Senza contare che, sul sommerso, il 6 giugno scorso «il governo aveva assicurato che avrebbe revocato la delibera del Cipe che riduceva per legge del 30% i minimi salariali per le imprese che emergono», ricorda il sindacalista della Cgil.

Secondo il segretario confederale della Cisl, Giogio Santini, «il governo non ha le idee chiare: annuncia che è prioritario lo sviluppo del Sud, e poi presenta un piano programmatico incerto». Se effettivamente, come ha sostenuto davanti alle parti sociali il viceministro per l'Economia Miccichè, «nel prossimo anno si intende investire nelle aree depresse - spiega Santini - la media delle risorse stanziate negli ultimi tre anni, le premesse per il Dpef sono preoccupanti». La Cisl, quindi, consiglia al governo «di avere il coraggio di scegliere che tipo di sviluppo avere». Ad esempio, «puntare sui contratti di programma», e ad una loro gestione coordinata tra i vari ministeri interessati, come afferma il ministro Marzano, è per la confederazione guidata da Pezzotta «una buona idea per la localizzazione delle imprese al Sud, ma allora bisogna indirizzare - afferma Santini - le risorse per la Tremonti bis sulla detassazione dei crediti d'imposta solo verso il Sud».

Sulle risorse per le infrastrutture - all'ultima riunione del tavolo per il Mezzogiorno il governo aveva parlato di 11 milioni di euro per tre anni - il consigliere incaricato di Confindustria rileva che «non si prevedono diminuzioni». Ma «nonostante tante buone intenzioni» da parte dell'esecutivo, Averna non può fare a meno di notare «la difficoltà di varare la legge Obiettivo», specie per le infrastrutture idriche. «Come possiamo spingere verso la delocalizzazione delle aziende dal Nord al Sud ed attrarre capitali internazionali - chiede l'esponente di Confindustria - se non c'è acqua?». Per quanto riguarda la spesa per i fondi strutturali europei, «Miccichè ha assicurato che monitorerà sulla qualità della spesa, ma le notizie che provengono dalle regionia - osserva Averna - non sono incoraggianti per l'emanazione di piani di sviluppo strutturali». Ragione per cui Confindustria intende mettere a disposizione i mezzi dell'organizzazione degli imprenditori «per migliorare la qualità dei progetti per l'Agenda 2000-2006». E per non creare una concorrenza distorta fra le Regioni dell'Obiettivo uno, che perderanno i finanziamenti Ue nel 2006, ed i Paesi candidati all'allargamento, Confindustria chiede che non venga loro concessa una deroga alle norme ambientali.

           

   

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