ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  GAZZETTA  DI  LECCE  Pag  86)
Domenica 29 febbraio 2004

f.b.

S'è trasformata in un ciclone la costosissima missione alla Bit del consigliere Cannone e del Presidente del Consiglio. Il sindaco Poli preferisce tacere

 Mantovano: «Fuori, a calci nel sedere»

Messaggio chiaro anche da Baldassarre: «Il partito attende gesti conseguenti. Altrimenti...»


 

«Se i due consiglieri comunali fossero stati iscritti ad Alleanza Nazionale invece che a Forza Italia, io avrei immediatamente sollecitato il presidente provinciale di An a cacciarli dal partito. Per essere più espliciti: cacciarli significa letteralmente prenderli a calci nel sedere». Parola del sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, che ieri ci è andato giù duro sullo «scandalo» della missione alla Bit di Milano del presidente del consiglio comunale Stefano Ciardo e del consigliere Marcello Cannone. Le spese, sostenute dai due rappresentanti di Palazzo Carafa nella trasferta in terra meneghina (centri fitness, acquisti e cene, eccedenti di 1.380 euro l'impegno originario di 2.500 euro), sono un boccone duro da digerire anche per la coalizione che, da An a Forza Italia, passando per l'Udc, si aspetta ora delle decisioni consequenziali a quella che il centrosinistra ha giudicato «una questione etica», oltre che «un grave atto dal punto di vista politico e amministrativo».

Intanto, come si diceva, ieri in proposito ha alzato la voce pure il sottosegretario Mantovano. Il suo non è stato un suggerimento ai dirigenti di Forza Italia, bensì la precisazione di una «linea di condotta» del partito di Gianfranco Fini. «Io non propongo niente a nessuno - ha chiarito Mantovano - Ognuno, in casa sua, è padrone e libero di comportarsi come meglio ritiene. Si tratta di scelte politiche e giudice delle scelte politiche è, alla fine, l'elettorato. Dico solo che cosa avrei fatto io, se le persone in questione fossero state di An. Anzi credo che, in una situazione di questo tipo, Erio Congedo non avrebbe nemmeno aspettato una mia sollecitazione, ma da solo avrebbe agito di conseguenza». L'esponente del governo nazionale ha citato un esempio risalente a qualche settimana fa. «Ci sono dei precedenti - ha aggiunto - non proprio su una vicenda simile, ma in merito alla modalità di affrontare situazioni di questo tipo: quel deputato eletto nelle file di An a Roma, che ha ritenuto opportuno distribuire una cassetta su Priebke, è stato preso e cacciato contestualmente dal partito e dal gruppo parlamentare di An».

Ma Mantovano ne ha avuto pure per la sinistra e in particolare per i Ds. «Prima di dare lezioni di trasparenza - ha attaccato - dovrebbero spendere una parola di censura, ne basterebbe una, su vicende come quella della Banca 121. Perché, mentre per questa tregiorni milanese sono in discussione poco meno di 4mila euro, per la «121» parliamo di centinaia di milioni di euro e migliaia e migliaia di risparmiatori, che hanno avuto i danni che conosciamo». E mentre si attendono le repliche del centrosinistra, ieri il coordinatore provinciale di Forza Italia, Raffaele Baldassarre, nel corso del congresso del partito, ha ribadito la sua opinione e quindi degli Azzurri salentini sulla vicenda. «Il nostro - ha detto chiaro e tondo Baldassarre dal palco del cine-teatro Don Bosco - è un partito, fatto di persone oneste, che non può essere scalfito dai fatti di questi giorni. Si tratta di responsabilità personali e ci aspettiamo gesti conseguenti». Trasferendosi a palazzo Carafa, è da dire che l'iniziale imbarazzo, calato come una cappa di piombo sulle forze politiche della maggioranza, è ora un disagio pesante come un macigno. Tanto che, come detto, anche nella Destra si sussurra l'opportunità di una «scelta conseguente». Ieri mattina, nei corridoi, il malumore era palpabile nelle fila di An, i cui consiglieri hanno incontrato il sindaco Adriana Poli Bortone che, da parte sua, ha evitato commenti alla stampa, limitandosi a un telegrafico «io non ho da dire niente». Fatto sta, che il gruppo di An ha chiarito al primo cittadino «l'unanime imbrazzo» rispetto alla questione sollevata dal centrosinistra e l'intenzione di chiedere un incontro con il presidente provinciale di An Saverio Congedo. «Chiederemo che convochi un tavolo con i rappresentanti delle segreterie dei partiti del centrodestra - riferisce il capogruppo Paolo Cairo - e questo al fine di definire delle regole comuni di comportamento, perché l'attività politico-amministrativa possa proseguire nella massima serenità, secondo criteri certi improntati ad un rigoroso rispetto del corretto agire istituzionale».

Nel centrosinistra, intanto, il senatore Alberto Maritati e tutti i consiglieri ribadiscono la loro posizione in una nota congiunta, facendo sapere che per loro il caso ha solo un risvolto etico e politico, e non vi è intenzione di approfondirlo nelle sedi giudiziarie. «Il comportamento del presidente del consiglio comunale e di un altro consigliere - affermano - ha provocato un profondo discredito delle istituzioni cittadine. Siamo anche preoccupati - aggiungono - dalla superficialità e dal mancato controllo degli uffici competenti. Chiediamo fermamente che, per rispetto ai cittadini ed al buon nome della città, ciascuno dei coinvolti a vario titolo in questa sconcertante vicenda tragga immediatamente le debite conclusioni. E ci auguriamo che il senso e la pratica della legalità, e il necessario controllo, tornino ad operare all'interno del nostro Comune, ad ogni livello».


    

 

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