ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  GAZZETTA DI LECCE  Pag. 63    )
Domenica 9 Marzo 2003

 

Vertice in prefettura del Comitato per l'ordine e la sicurezza, dopo l'uccisione di Antonio Fiorentino. Il punto delle forze dell'ordine e dell'onorevole Mantovano

«Criminalità, non siamo all'emergenza»

In un anno solo sei omicidi, contro i 150 degli «anni bui» della Sacra corona unita


Anche se l'efferato omicidio del barista Antonio Fiorentino è un episodio gravissimo compiuto per altro in un'orario insolito, le otto del mattino, e per questo a rischio anche per i cittadini, pur tuttavia, complessivamente, in tema di delitti perpetrati dalla criminalità organizzata, la situazione non è a livello di emergenza.

A nome del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza riunitosi d'urgenza in prefettura, lo ha detto il sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, che lo ha presieduto assieme al prefetto Giovanni D'Onofrio.

Così come ha poi avuto modo di ribadire il procuratore aggiunto con delega alla Direzione distrettuale antimafia, Cataldo Motta, è pur vero che in poco meno di un anno, in provincia di Lecce sono stati compiuti sei assassinii, ma durante gli anni bui in cui i clan della Sacra corona spadroneggiavano su tutto il territorio del Distretto giudiziario di Lecce, Brindisi e Taranto, i delitti furono addirittura quasi 150, di cui una quarantina solo nel Leccese.

Ciò non ci deve certo confortare hanno sottolineato Mantovano, Motta ed il procuratore capo, Rosario Colonna, ma se le analisi si fanno con i dati oggettivi, è evidente che la situazione di oggi è decisamente migliore di quella di ieri. E andrebbe ancora meglio, ha puntualizzato il procuratore aggiunto, se i cittadini collaborassero di più, denunciando le estorsioni, l'usura e fornendo in generale indicazioni su ogni evento delittuoso, perché il silenzio produce omertà.

Anche per questo, e nonostante l'omicidio in città, per il Comitato (oltre ai già citati, vi hanno fato parte il questore Vincenzo Caso, il comandante dei carabinieri, Sergio Raffa, della Guardia di finanza, Antonino Maggiore ed il responsabile della Direzione investigativa antimafia, Achille Foggetti), non è necessario alcun potenziamento delle forze dell'ordine, atteso che con la trasformazione in Commissariato della Polizia di Stato, l'Ufficio della Polizia di frontiera di Otranto, libererà 46 uomini, che andaranno a potenziare i già adeguati organici a Lecce e negli altri presidi di polizia.

Semmai, è stato detto, ed in ciò si sono trovati d'accordo, annuendo, i responsabili delle forze dell'ordine, bisogna procedere ad una razionalizzazione delle forze in campo, così da ampliare il raggio di azione e di controllo del territorio, anche con l'ausilio dei Corpi dei vigili urbani e degli uomini degli Istituti di vigilanza.

Non esiste, dunque, per i rappresentanti del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, una situazione di territorio a rischio, anche se nessuno, a cominciare da magistratura e forze dell'ordine, sottovaluta il segnale che la cosca che intende conquistare il territorio leccese, ha lanciato mettendo a segno un omicidio spettacolare come quello del barista Antonio Fiorentino. Che non è un omicidio per ottenere un «pizzo» ordinario, ma un delitto dimostrativo di un gruppo di malviventi che intende farsi rispettare a 360 gradi.


 

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