ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  PUGLIA & BASILICATA   Pag.   6  )
Giovedì 22 maggio 2003

Alessandra Flavetta

EMERGENZA / Dopo gli ultimi sanguinosi avvenimenti in Capitanata, interviene il governo

Foggia, più forze dell'ordine

Pisanu assicura a Fitto nuovi interventi contro la criminalità


E Mantovano chiede più «tempestività» all'autorità giudiziaria


ROMA Per non far salire ancora il numero di omicidi che hanno insanguinato il foggiano - 12 dall'inizio del 2003 - presto ci saranno dieci agenti in più a Cerignola, e in provincia 35 poliziotti, 20 elementi dei reparti prevenzione e crimine, 15 unità della Scuola allievi della Polizia di Foggia e 15 carabinieri della compagnia intervento operativo.

A fornire il quadro delle misure di prevenzione e repressione poste in essere sono stati il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, che ha reso un'informativa sulla situazione dell'ordine pubblico a Foggia, sollecitata martedì in aula dagli onorevoli Pietro Folena e Antonio Leone, e il ministro Giuseppe Pisanu che ha ricevuto ieri al Viminale il presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto. Il ministro ha comunicato «di aver deciso di aumentare le capacità operative delle forze dell'ordine con l'invio di un adeguato contingente di operatori della polizia di Stato e dell' Arma dei carabinieri».

Il senso delle proposte erano state anticipate da Mantovano: «Nel foggiano opera l'organizzazione criminale detta "Società", che si articola in gruppi denominati "batterie" ed è storicamente contraddistinta da una notevole conflittualità interna, riconducibile ad una struttura di tipo individualistico e dall'incapacità di costruire alleanze durature». L'aumento del numero degli omicidi, quattro solo nelle ultime settimane e due tentati omicidi, «è da ascrivere allo scontro fra il clan Trisciuoglio-Mansueto-Prencipe e quello più pericoloso Sinesi-Francavilla Pellegrino», ha affermato Mantovano, che ha riferito le conclusioni della riunione tecnica, che si è svolta a Foggia il giorno dopo l'omicidio Cardone, con i responsabili dell'ordine e della sicurezza e delle strutture investigative delle tre forze di polizia, il vice capo della Polizia, prefetto Fera ed il direttore dello Sco, il servizio centrale operativo, Gratteri. Dall'esame delle dinamiche criminali della zona, risulta che negli anni '98-99, dopo l'arresto del boss Sinesi e la scomparsa dell'altro esponente di spicco del clan, Parisi, si è ingaggiata una battaglia per la supremazia fra i due gruppi criminali, che dopo un periodo di non belligeranza si è riacceso nel 2002, in seguito all'arresto di 31 pregiudicati per reati associativi di stampo mafioso nell'ambito dell'operazione «Double Edge». Se il clan «Trisciuoglio» si è indebolito, a vantaggio dei «Francavilla-Sinesi», «scarcerazioni successive hanno riaperto la lotta tra clan», osserva Mantovano, che non lesina critiche su alcuni atti dell'autorità giudiziaria, sottolineando «l'incidenza» che possono avere sull'operato delle forze di polizia. E fa un esempio, il sottosegretario: la scarcerazione di Michele Quinto, poi ucciso il 24 aprile 2003. «Quinto, condannato in appello a 22 anni di reclusione, in attesa della decisione sul ricorso in Cassazione è stato scarcerato dalla corte di assise d'appello di Bari, con ordinanza 14.11.2002, sulla base - spiega - dell'effetto rieducativi della carcerazione», ma allo stesso tempo «Quinto è stato sottoposto ad una misura di prevenzione personale, il cui presupposto, come tutti sanno, è la pericolosità sociale: una presunzione - conclude - che mal si concilia con l'avvenuta rieducazione».

Inoltre il rappresentante del governo ha rilevato che le vittime degli ultimi omicidi erano per lo più legate alle famiglie criminali ed erano state tratte in arresto nel giugno 2002 e scarcerate recentemente, assieme ad altri pericolosi pregiudicati del calibro di Franco Vitagliani, rimesso in libertà dalla custodia cautelare alla fine di febbraio e ferito il 31 marzo, oppure di Angelo Gallucci, uscito di galera il 20 marzo scorso e colpito il 10 di questo mese. Insomma, guerre fra bande, come nell'area di Monte Sant'Angelo («Libergolis» contro «Primosa») e del Gargano («Tarantino» contro «Ciavarella»), su cui il lavoro d'investigazione «non si esclude possa avere importanti sviluppi a breve». Anche se - e torna l'accusa ai giudici - a fronte di una crescita di misure di prevenzione proposte dalle forze dell'ordine nei primi tre mesi del 2003 «non ha fatto seguito una tempestiva adozione dei provvedimenti da parte dell'autorità giudiziaria» con un bilancio di 101 proposte di applicazione di sorveglianza speciale a fronte di 13 accolte. «Dall'agosto 2002 - ha ricordato Mantovano- sono state denunciate dalla Questura 277 persone e sequestrati 594 videopoker e tre circoli privati».


    

 

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