ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione: Gazzetta di Lecce   Pag.   71    )
Sabato 6 Settembre 2003

Emanuela Tommasi

Intervista al vetriolo con Mario De Cristofaro. I retroscena della sua designazione. Sciabolate su certi uomini del centrodestra ma anche un fermo invito all'unità

«Candidiamo il custode della sede di An»

 «Disponibile per la Provincia solo se il mio nome serve ad unire e non a dividere»



«Sarò candidato solo se non ci saranno altri concorrenti». Mario De Cristofaro non si smentisce. Senza peli sulla lingua, il presidente del consiglio regionale precisa la sua posizione riguardo la disponibilità a candidarsi alla presidenza della Provincia. Poi, fa l'analisi della situazione all'interno del centrodestra non risparmiando critiche a nessuno. Tra severe considerazioni politiche e battute goliardiche che non gli mancano mai, l'esponente di An indica al Polo la strada da seguire per non lasciarsi sfuggire, per la terza volta, Palazzo dei Celestini. E fa sempre scintille, nonostante si lasci sfuggire d'essere «stanco morto per aver fatto avanti ed indietro da Bari in queste settimane, soprattutto per via dello Statuto regionale».

Credevo fosse già stanco all'idea di vedersi seduto sulla sedia più alta di Palazzo dei Celestini.
A questo punto occorre spiegare come è nata la storia. In una pausa dei lavori del consiglio regionale, tanto tempo addietro, fui avvicinato da alcuni esponenti di un certo rilievo, non solo provinciale ma anche nazionale, di Forza Italia, Alleanza nazionale e dell'allora Ccd, i quali mi chiesero se ero disponibile a candidarmi per succedere a Lorenzo Ria. Risposi che potevano contare su di me se non avevano nulla di meglio e se ritenevano che il mio nome potesse raccogliere l'unità, prima di tutto, e poi fosse all'altezza di poter competere. Ho dato la mia disponibilità per spirito di servizio, perchè io ho sempre amato la gente, giacchè nessuno lascia mai un incarico superiore per uno inferiore. Da lì è nata tutta una storia che io non ho sollecitato e dalla quale non è che sia particolarmente attratto.

Sta facendo un passo indietro?
No, voglio dire che ringrazio tutti coloro i quali continuano a pensare a me come possibile candidato; prendo atto anche che i partner della coalizione si sono espressi sulla mia persona con giudizi alquanto lusinghieri; resta la mia disponibilità se, però, non urta e non pesta i calli a nessuno. Ma se debbo essere scelto tra una rosa di 72 nominativi di An, tutti ovviamente validi, 73 dell'Udc e 140 di Forza Italia ringrazio ugualmente ma non se ne parla. Intanto, vorrei portare a termine il ruolo istituzionale che ricopro in questo momento. Ci sono alcuni impegni che desiderei concludere nella legislatura anche perchè mi entusiasmano. E poi non desidero che il mio nome sia accostato ad altri, non perchè io sia migliore ma per non essere in concorrenza con nessuno. Vorrei, cioè, essere indicato da tutti. Tant'è che quando si diffuse la voce della mia possibile candidatura ricordo che il presidente provinciale di An Erio Congedo dichiarò che bisognava riunire l'esecutivo del partito per stabilire se potesse essere accettata. Risposi, a mo' di battuta, ma con altrettanta prontezza, che per me poteva pure riunire il Consiglio di sicurezza dell'Onu perchè non ero stato io a chiederla.

Perchè pensa che il suo nome potrebbe non essere accettato da tutti?
Perchè ho visto tanti movimenti, per esempio vengono Ministri da Roma per Tundo, peraltro persona validissima. E poi, oltre ai nomi già citati nell'ambito del mio partito quali candidati presidenti, potre aggiungere quelli del Sottosegretario Mantovano, dell'onorevole Poli, anche se questo potrebbe porre problemi al Comune; degli onorevoli Lisi e Villani Miglietta; e ancora, qualcuno dei sindaci di An che hanno una vastissima esperienza come Eugenio Ozza, che è stato tra l'altro parlamentare, e Gerardo Filippo che ricopre un ruolo molto importante in seno all'Anci, quindi è particolarmente esperto nelle problematiche delle autonomie locali. Non voglio fare ingerenze negli altri partiti però anche lì indubbiamente vi sono personalità certamente di prestigio.

Per esempio?
Chi può negare la freschezza atletica e la profondità di pensiero del senatore Meleleo? O le innate capacità di Gino Caroppo? O la cultura profonda di Gigi Rizzo?

E nel caso di Forza Italia? Il candidato presidente non dovrebbe essere appannaggio degli Azzurri?
Prima di andare a vedere i numeri, di fare chiacchiere o indicare nomi o far uscire dal cilindro il coniglio di turno, è tempo che i responsabili provinciali dei partiti si siedano intorno ad un tavolo e comincino a discutere del programma ed a valutare le forze di cui dispongono non in termini numerici ma soprattutto qualitativi. Non è detto che se Forza Italia, faccio solo per dire, pretende la candidatura ma non ha una personalità tale da proporre, poi debba vedersela riconosciuta.

Sta dicendo che l'indicazione di Raffaele Baldassare non è la migliore?
No, tutt'altro. Sto dicendo che prima di andare ai nomi bisogna fare il programma. Dopo di che si valuterà se esiste all'interno della coalizione una personalità tale che non solo risulti gradita a tutti i partner nella maggiore misura possibile ma abbia anche la possibilità di sfondare in un terreno elettorale non propriamente di centrodestra. Ma è anche profondamente sbagliato, come sento dire, demandare ad altri tavoli che non siano quelli provinciali la scelta dei candidati. Corriamo il rischio di una nuova sconfitta se il partito indicato da scelte regionali o nazionali poi non riesce ad esprimere una personalità adeguata. Come andremo a fare una campagna elettorale senza prima fare i conti con l'oste che, in questo caso, è l'elettorato?

Chi vedrebbe come figura leader all'interno del Polo, lei escluso?
Ripeto, ce ne sono tantissimi.

Dire tanti significa dire nessuno.
C'è per esempio pure il custode della sede di An che meriterebbe, è così bravo e così valido, soprattutto conosciuto.

Con tutto il rispetto per il custode, ritorniamo su proposte serie.
Sto parlando seriamente. Si sta partendo dal presupposto che debba necessariamente essere una figura legata a questi partiti e non si pensa, ad esempio, di prendere una figura esterna ai partiti.

Non significherebbe una sconfitta per i politici?
No: non si sceglierebbe all'esterno perchè i partiti sono a corto di persone ma per dare quel valore aggiunto che molto spesso i partiti non riescono ad avere.

E lei chi indicherebbe all'esterno?
Faccio degli esempi, non riferiti ai nomi bensì ai ruoli: non escluderei l'ipotesi di valutare le candidature del rettore, del presidente della Camera di commercio, del presidente provinciale di una grossa associazione come gli Agricoltori, gli Artigiani, i Commercianti; figure che magari non hanno la tessera di un partito ma non per questo non hanno idee politiche. Penso ancora al Presidente della Camera penale, a quello dell'Ordine degli avvocati, ci sono tante personalità in una provincia come è quella di Lecce. Ricordo che proprio io proposi la candidatura del compianto Nino Lisi al Parlamento quando era Presidente della Camera penale.

Intanto, si ha l'impressione che ci sia un po' di confusione nei partiti.
Proprio così: credo che in tutti e due gli schieramenti le idee siano abbastanza confuse. Aggiungo pure che bisogna anche pensare a trovare candidati validissimi in tutti i 36 collegi provinciali, altrimenti siamo punto ed a capo.

Quanto è unito il suo partito sull'indicazione del candidato presidente?
Credo che problemi interni ad An non dovrebbero esserci, anche perchè fino a questo momento non ho sentito Alleanza nazionale rivendicare con la necessaria forza il candidato alla Provincia. Mi sembra che tutto sommato fino a questo momento si dia quasi per scontato che debba essere di Forza Italia. E, aggiungo, quest'ultima ne ha tutto il diritto a condizione che sia espresso da una comune volontà dei partiti del centrodestra e, soprattutto, abbia i requisiti.

E, insisto, chi li ha?
Baldassarre, ma anche Palese e Camilli, rimanendo nell'ambito dei consiglieri regionali.

Se fosse lei il candidato per il Polo, chi vorrebbe avere come avversario e chi invece temerebbe?
Ho perso più di una competizione elettorale, se ne perdo un'altra non muoio di certo. Comunque, avrei piacere a confrontarmi, per esempio, con Sandro Frisullo; o con uno dei sindaci della Grecìa salentina come Sergio Blasi o Massimo Manera, cioè gente che ha dimostrato di saper lavorare, di saper fare politica, di valere. Mi piacerebbe confrontarmi con Antonio Rotundo, persona attenta ai problemi del territorio; o con una figura esterna come l'avvocato Giovanni Pellegrino. L'importante è che chi concorrerà possa dare al cittadino la certezza di saper governare.

Quali errori non si può permettere di fare il centrodestra?
Sicuramente quello di presentarsi diviso oppure con una unità che sia soltanto di facciata, altrimenti non si va da nessuna parte. Ecco perchè insisto sul fatto che sono disponibile a candidarmi se non urto le suscettibilità di nessuno e soprattutto se il mio nome serve ad unire e non a dividere. D'altra parte, ho più volte detto che se ho un sogno è quello di fare il sindaco di Lecce, non ho altre ambizioni. Anzi, anticipo che non mi ricandiderò più alla Regione. Tornerò a fare politica pura. Dunque, alla Provincia sarò disponibile solo per spirito di servizio. Oltre tutto, con il bel carattere che ho, non potrei trovarmi a mettere d'accordo chi vuole mezzo Assessorato in più da una parte e mezzo in meno dall'altra.

A proposito di Assessorati da dividere, come può essere risolto il caso Marti?
Quello è stato un caso sbagliato dall'inizio. Non si doveva proprio dare corso alle dimissioni. Oggi non capisco perchè Antonio Capone stia tranquillamente al suo posto e Marti non possa essere reintegrato. Se poi all'interno di Forza Italia ci sono opzioni diverse è un problema interno del partito, ma logica vorrebbe che Marti fosse reintegrato a tutti gli effetti.

Più in generale, come sta andando l'Amministrazione di Palazzo Carafa?
Come si diceva una volta, penso che si stia esaurendo la spinta propulsiva anche perchè ho l'impressione che Adriana Poli Bortone sia un po' stanca, anche fisicamente. Se il sindaco ritroverà motivazioni e slancio l'attività si riprenderà. Nei primi quattro anni si è lavorato bene. Ora l'immagine mi sembra un po' appannata.

Chi o cosa può farle tornare l'entusiasmo?
Innanzitutto una maggioranza più compatta, che pensi un po' più in grande. Manca lo spirito di squadra, ogni assessorato o settore lavora come se fosse avulso da tutto il contesto. Non si riesce più ad avere un quadro d'insieme della città. Spetta al sindaco, ora, intervenire. Se non si muoverà lei, dubito che si possa riprendere il viaggio.

Chi frena la maggioranza?
Le responsabilità sono rapportate alla forza numerica di ogni partito.

Se fosse sindaco, come risolverebbe le contraddizioni che la "città d'arte" ha mostrato in questa stagione?
Nessuno ha la bacchetta magica per risolvere d'incanto tutti i problemi. Sono convinto, e non da oggi, che i risultati si ottengono con un lavoro d'equipe. Il capo di un'amminsitrazione è un "primus inter pares" e ognuno, anche esterno come enti, associazioni e quant'altro, deve fornire il proprio contributo. Molto dipende anche da come si educano i cittadini a rispettare la città, sotto ogni punto di vista. Voglio riprendere la questione delle chiese aperte, di cui tanto si è parlato. Sono luoghi di culto, per cui bisogna trovare un punto di incontro tra le esigenze dei fedeli e quelle dei turisti. Ma ai visitatori è bene ricordare che bisogna entrare con abbigliamento consono, atteso che se si va in qualche Paese arabo e non si rispettano usi e costumi si finisce direttamente in galera. E poi, nelle chiese non si può andare per fare colazione o pic-nic o con la bottiglia di birra in mano: bisogna avere rispetto per chi crede. Le chiese non sono un luogo di svago, ma un luogo di culto, altrimenti andrà a finire che scopriremo che in qualche confessionale qualcuno ha lasciato un bisognino. Quanto ai servizi, bisognerà organizzarli meglio. Però non si può parlare di carenze nei trasporti pubblici se poi si continuano a vedere i bus desolatamente vuoti. Oppure, per quanti contenitori per la spazzatura si mettano, c'è sempre chi butta i rifiuti per strada. Non facciamo critica facile ma adoperiamo, tutti, la buona volontà.

Tornando e concludendo con l'organizzazione in vista della campagna elettorale per le Provinciali, in questo momento qual è la situazione?
Credo che al di là delle dichiarazioni giornalistiche nessuno abbia ancora posto seriamente il problema.


    

 

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