ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  CRONACA DI FOGGIA   Pag.     )
Giovedì 7 novembre 2002


LA PROPOSTA

la Fisascat-Cisnal avanza un piano, la prefettura pronta a valutarlo







E i vigilantes reclamano

«Non siamo riconosciuti da nessuno, serve un Albo»


 

I foggiani chiedono più sicurezza, ammonisce la Fisascat-Cisl. Che poi il capoluogo dauno non figuri tra le città italiane più a rischio, come ricorda la Confcommercio, è un dato che va preso con le molle: lo testimonia l'ultimo morto ammazzato al Cep, che fa seguito a un altro omicidio non lontano più di quindici giorni fa. Episodi che rivelano come la sicurezza sia oggi un teorema fortemente discutibile, dal momento che il controllo del territorio non può essere garantito solo dalle forze dell'ordine, sempre insufficienti. Il pensiero allora cade sulle piccole e tante «forze di polizia» non convenzionali - vedi alla voce istituti di vigilanza - massicciamente impiegate in scorte valori, scorte personali, davanti agli istituti di credito e nella vigilanza di beni a rischio.

Tantissimi compiti, ma chi sono in realtà i vigilantes? Domanda non da poco, visto che nessuno li riconosce. «Siamo ibridi - dice il responsabile della sicurezza della coop "133", Vittorio Eronia - se uso la pistola, se difendo un obiettivo, poi alla fine devo sempre giustificarmi con qualcuno». Per questo il segretario della Fisascat-Cisl, Felice Cappa, propone l'istituzione di un albo professionale in Capitanata. Se n'è parlato ieri in un convegno, alla presenza di un folto numero di vigilantes in rappresentanza degli 82 tra istituti e consorzi attivi a Foggia e in provincia (1200 addetti in tolate).

La proposta di Cappa è stata prima rigettata dal viceprefetto, Pasquale Santamaria («il decreto che rilascia la Prefettura scavalca l'albo», ha detto), ma poi, meglio argomentata, ha fatto ricredere il viceprefetto: «se serve a regolamentare solo le guardie giurate già in servizio, va bene». La Prefettura è l'unica cabina di regia e le tanto contestate tariffe di legalità rappresentano un primo tentativo di mettere ordine. Anche se sono talmente rigide che alla fine - parole di Santamaria - la gara d'appalto «si risolve quasi sempre con un sorteggio». Ben altra cosa sarebbero le regole: il sottosegretario agli Interni, Alfredo Mantovano, ha annunciato l'intenzione di promulgare a breve una legge per gli istituti di vigilanza durante la commemorazione dell'imprenditore Panunzio che si è svolta in contemporanea con il convegno Cisl. Regole che chiede anche il presidente della Confcommercio, Matteo Biancofiore: «meno tabelle, più professionalità. Pensiamo a una scuola di formazione per le guardie giurate, abbiamo di recente firmato una convenzione con il Tiro a segno per consentire agli istituti di vigilanza di dedicare più tempo alla formazione dei vigilantes nell'uso della pistola in movimento».

C'è poi il rapporto con polizia e carabinieri. «E' necessario che gli istituti mettano le guardie in condizione di lavorare al meglio - chiede il vicequestore Giovanni Cataleta - abbiamo trovato a volte qualcuno che dormiva, altre volte ci siamo imbattuti in vigilantes dalle frequentazioni dubbie. Se si raggiunge una sufficiente moralità nel settore, c'è speranza che il quadro cambi».


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