ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  LA GAZZETTA DI LECCE   Pag.   64  )
Lunedì 10 Marzo 2003

 

Preso di mira un locale a meno di cento metri dal bar in cui è stato ucciso Fiorentino. Oggi consiglio comunale sull'emergenza criminalità

Pistolettate contro la pizzeria «Sonia»

E ieri sera incendio doloso nel negozio «Compurent», sulla via per San Cesario


La società civile fa quadrato attorno alla città dopo l'efferato omicidio di Antonio Fiorentino, il titolare del bar «Papaya» di via San Lazzaro, freddato giovedì mattina da un killer mentre si trovava dietro il bancone del suo locale. L'altro giorno la riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, presieduto dal sottosegretario agli Interni con delega alla pubblica sicurezza, Alfredo Mantovano, questa mattina (ore 9) la seduta del Consiglio comunale in seduta straordinaria, allargato allo stesso vice ministro ed ai «vertici» delle forze dell'ordine.

Ma, intanto, in città si continua a sparare. Per fortuna non per la commissione di un nuovo fatto di sangue, bensì per un attentato, che a prima vista sembrerebbe opera del racket delle estorsioni. Così come inequivocabilmente, è opera dei «signori del pizzo», l'attentato incendiario che ha messo in ginocchio, ieri sera a tarda ora, il negozio di computer«Compurent», ubicato al civico 28 di via San Cesario, all'interno del complesso commerciale che ospita anche la ditta Parkidea. Lì i malviventi hanno agito con tre taniche di benzina, rinvenute vuote dai Vigili del fuoco richiamati dalla caserma-comando di viale Grassi, che dopo aver spento l'incendio, hanno trovato anche un ordigno inesploso collegato ad un timer, ed hanno allertato carabinieri e polizia.

Un colpo di pistola, quasi certamente una P 38 a tamburo, è stato esploso dai malviventi contro la saracinesca dell'ingresso della nota trattoria-pizzeria «Sonia», di proprietà della famiglia De Donatis, originaria di Ruffano ma da tempo residente nel capoluogo, che si trova in piazza San Lazzaro, a meno di cento metri dal bar in cui è stato commesso il delitto di mafia. Dopo aver forato la corazza metallica, il proiettile si è infranto contro la parte bassa del bancone dove vengono preparate le pizze. Proprio lì, infatti, ieri mattina gli investigatori del Reparto operativo dei carabinieri hanno recuperato l'ogiva.

L'attentato, che come s'è detto dovrebbe essere opera del racket, è stato scoperto solo ieri mattina attorno alle ore 10, quando uno dei titolari, Claudio De Donatis, ha alzato la saracinesca. Interrogato al pari degli altri familiari, l'uomo avrebbe comunque dichiarato ai militari di non aver mai ricevuto richieste estorsive, e di non sapersi anzi spiegare per quale motivo qualcuno ha preso di mira il suo locale, che è solo una modesta trattoria con annessa pizzeria.

Per questo, e pur tenendo in debito conto la circostanza della vicinanza del locale con il bar Papaya, dove solo tre giorni prima si era sparato per uccidere, gli uomini dell'Arma non escludono che il colpo d'arma da fuoco possa essere stato esploso da individui in cerca di emozioni forti.

Per tornare alla seduta del Consiglio comunale, maggioranza ed opposizione si confronteranno su un unico tema: «sicurezza in città». Di racket ed usura, invece, si parlerà in occasione dell'arrivo della «Carovana antiracket», ma in un altro luogo: alle ore 9.30, in viale dello Stadio dove si svolge il mercato settimanale, alla presenza del presidente della Federazione italiana delle associazioni antiracket, Lino Basà, e dell'ex commissario governativo, Tano Grasso, il sottosegretario Mantovano terrà una conferenza stampa. Obiettivo dell'incontro, sensibilizzare ed incentivare le vittime a denunciare estorsori ed usurai.


 

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