ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
(Sezione:  LA GAZZETTA DI LECCE   Pag.   80  )
MArtedì 11 Marzo 2003

Marco Seclì

Consiglio in seduta straordinaria a Palazzo Carafa dopo il delitto nel bar «Papaja» e gli ultimi attentati

Allarme criminalità? Divisi su tutto

Distanze incolmabili fra maggioranza e opposizione. La Poli ribatte a Maritati
«Questa città è sana, non consentirò a nessuno di raccontare fandonie»


Divisi, sempre di più, anche sulla questione criminalità. Maggioranza e opposizione viaggiano ormai su binari paralleli: le loro strade non sono riuscite a incrociarsi nemmeno nel consiglio comunale convocato ieri in seduta straordinaria per affrontare il problema della sicurezza in città dopo l'omicidio nel bar «Papaja» e gli attentati degli ultimi giorni. Al termine del dibattito - ospite il sottosegretario all'Interno Alfredo Mantovano - tre ordini del giorno distinti (due, approvati, della maggioranza e uno, bocciato, della minoranza) danno la cifra delle distanze incolmabili.

Del resto il sindaco lo dice a chiare lettere: «L'unità di facciata non mi interessa. Dividiamoci pure se le analisi sono diverse e se portano a rimedi diversi sulla lotta al fenomeno criminalità». Adriana Poli Bortone non ha perdonato al leader dell'opposizione di palazzo Carafa, il senatore Alberto Maritati «le esternazioni che mirano alla delegittimazione sistematica delle istituzioni: della magistratura, delle forze dell'ordine e del sindaco». La polemica è quella sui «silenzi» in commissione parlamentare antimafia, sollevata da Maritati, che in Consiglio si affanna a ribadire lo spirito costruttivo e non strumentale del proprio richiamo.

Ma la strigliata arriva quando l'interessato è ormai assente (il senatore lascia in anticipo il Consiglio - slittato dalla mattina al pomeriggio per permettere la partecipazione di Mantovano - perché atteso a Roma da impegni istituzionali). E così la proposta, sua e del centrosinistra, di «indire una giornata di riflessione con le forze produttive e sociali della città, organizzando una manifestazione pubblica con tutti i cittadini leccesi», riceve il niet del sindaco. Che rilancia: «Ai cittadini rivolgo piuttosto l'appello a sentirsi sempre più vicini all'Amministrazione. E al Consiglio di rifiutare la delegittimazione sistematica. Io, la mia giunta, la mia maggioranza, il nostro governo nazionale siamo fieri della nostra azione contro i fenomeni criminali». E Adriana Poli Bortone elenca gli interventi dell'Amministrazione, fatti senza «sceriffi né ronde». Ma attraverso il potenziamento del Corpo di polizia municipale che, annuncia, presto sarà rafforzato con l'assunzione di altri 19 vigili urbani che andranno ad affiancare i 55 già in servizio. Ricorda il poliziotto di quartiere, l'azione nelle periferie per combattere il disagio sociale e prevenire le devianze (il progetto «Volare alto», rifinanziato con fondi comunali); la promozione di tre cooperative sociali per il reinserimento di ex detenuti. Rivendica il merito di aver attirato in città finanziamenti pubblici per miliardi («che consentono l'apertura di cantieri e quindi lavoro, primo mezzo per prevenire il crimine»). E sulle questioni Sgm (intimidazioni ai consiglieri del Cda, dimissioni del consigliere Totisco) e polo commerciale di Cavallino, sollevate da Maritati anche in Consiglio? Il sindaco richiama un passaggio dell'intervento del senatore: «Quali conoscenze ha, come fa ad affermare che il polo commerciale è stato forse fatto a colpi di calibro 7.65?». Poi gli rimprovera anche di aver rivelato i contenuti della sua audizione in commissione antimafia, in violazione del regolamento. «Ma di questo - preannuncia - interesseremo i presidenti di Camera e Senato». «La città è sana - conclude - è sano il suo tessuto sociale e non consentirò a nessuno di andare a raccontare fandonie».

E che «Lecce non è Gela», lo ribadisce anche il sottosegretario Mantovano. Cita i dati su omicidi, rapine, furti, scippi ed estorsioni nel Salento, tutti in netto decremento negli ultimi anni. Sottolinea l'adeguatezza degli organici delle forze dell'ordine. «Perciò - puntualizza - Lecce non ha bisogno di allarme, ma di doverosa preoccupazione. Perché la recrudescenza di fenomeni delittuosi a cui assistiamo è in gran parte ascrivibile al tentativo di rigenerarsi del nucleo criminale che fa capo al latitante Filippo Cerfeda. Un problema che potremo risolvere quando l'Olanda si deciderà a dare piena attuazione ai mandati di cattura internazionale». Mantovano però non fa passare in secondo piano il ruolo degli enti territoriali nella promozione della legalità. Ed esorta a divulgare gli strumenti adottati dal governo, come il protocollo d'intesa siglato a Roma con tutte le associazioni di categoria che promuove la cultura della denuncia e tutela concretamente le vittime dei reati.

Ma eccole le misure anticrimine approvate dalla maggioranza: istituzione di un Osservatorio sulla sicurezza; favorire l'impegno sul territorio delle forze di polizia «liberate» dal contrasto dell'immigrazione clandestina (anche Mantovano ricorda che nel Salento non è più tempo di emergenza immigrazione, tanto che il centro «La Badessa» chiuderà i battenti); protocollo d'intesa tra polizia municipale e forze dell'ordine per liberare queste ultime dalle incombenze relative all'infortunistica stradale; costituzione di un nucleo di polizia municipale con istituzione di un numero verde anti-criminalità; sollecitare i parlamentari salentini per una modifica delle leggi sulle aste giudiziarie, per impedire infiltrazioni di tipo malavitoso; intervenire sul sistema bancario per spingerlo alla concessione di crediti non solo sulla base della solidità patrimoniale del richiedente. Infine si impegna sindaco e giunta anche a riservare «congrue somme» del bilancio a progetti destinati a realtà a rischio e alla prevenzione del disagio minorile e sociale. L'opposizione mugugna, spiazzata su tutti i fronti.


 

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