ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione: CRONACA di LECCE Pag. 78 ) |
Sabato 12 Luglio 2003 |
Loredana De Vitis Un protocollo d’intesa fra istituti di credito e imprese attorno al sistema del consorzio fidi. Progetto-pilota tenuto a battesimo da Mantovano e dall’Abi
Sulle barricate contro usura e racket
Una svolta sottolineata anche dal direttore centrale dell'Abi, Enrico Granata: «E' la conferma di un impegno - ha precisato - nella lotta contro l'usura e contro il racket. Ora è importante che le banche confermino questo impegno sul campo, sostenendo le imprese e le famiglie che si trovano in difficoltà sia per ragioni economiche sia per condizioni ambientali». Ed è un impegno che risponde anche alle polemiche sollevate spesso contro un sistema di credito giudicato «a due velocità» tra Nord e Sud Italia: «In media un'impresa del Sud - ha spiegato Granata - ha il 70 per cento delle proprie passività nei confronti di banche, mentre la media nazionale è del 60 per cento. Questo vuol dire che nel Sud normalmente un'impresa ha più affidamenti di quanti ne abbiano quelle di altre zone del paese. E' importante che questo buon rapporto tra banche e imprese continui, soprattutto nei casi per i quali siamo qui oggi (ieri per chi legge, ndr), nei momenti di patologia dell'usura e del racket». Tra i firmatari del protocollo, il commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiusura e antiracket Rino Monaco, che ha voluto insistere sull'importanza di questa iniziativa per i piccoli e piccolissimi imprenditori, per i quali i rapporti con il mondo creditizio è spesso difficoltoso: «Questa tappa segna l'inizio - ha aggiunto - di un nuovo spirito di collaborazione, che è nostra intenzione promuovere a livello nazionale. Il protocollo che sottoscriviamo oggi è uno strumento di sviluppo, una condizione per promuovere la crescita sociale». Diretta la testimonianza di Tano Grasso, presidente onorario della Federazione delle associazioni antiracket italiane, anch'essa tra i sottoscrittori del protocollo: «Questa iniziativa è importante - ha detto - perché vede nei confidi un soggetto strategico, quei confidi che nel Nord Italia hanno maggior forza nei confronti del sistema creditizio. Ma l'aspetto più importante, più innovativo, è la clausola che impegna le banche a non avere pregiudizi nei confronti di chi si espone contro il racket. Il pericolo di chi denuncia, dei soggetti a rischio come ero io, è di trovarsi isolati non solo nella società civile ma anche rispetto al sistema di credito. Insomma, siamo a un punto di rottura. Questo è un esempio di come si può costruire la "strategia della convenienza". Se denunci non sei penalizzato, denunciare conviene e a chi si è esposto viene riconosciuta una funzione sociale. Perché chi denuncia - ha concluso - difende tutta l'economia del proprio territorio, difende la sua impresa e tutte le altre, difende, alla fine, anche il sistema creditizio».
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