ALFREDO MANTOVANO
SOTTOSEGRETARIO DI STATO
MINISTERO DELL'INTERNO

 


Interventi sulla stampa

 

Articolo pubblicato su GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Martedì 14 maggio 2002

Alessandra Flavetta

immigrazione
Il dibattito sulla legge Bossi-Fini

Mantovano: impronte digitali per tutti quelli di cui non è sicura l'identità


ROMA - La battaglia sull'immigrazione si preannuncia fin dalla discussione generale del testo Fini-Bossi, avviata ieri nell'aula di Montecitorio.
La schedatura degli extracomunitari, l'azione di contrasto dell'immigrazione clandestina da parte della Marina militare ed il raddoppio dei termini per la permanenza nei centri d'accoglienza - 60 giorni più 60 - sono le norme «miracolistiche» più contestate dall'opposizione, che ha depositato oltre 1000 emendamenti. Ma proseguono anche all'interno della stessa maggioranza le perplessità sulla stretta ai ricongiungimenti familiari e «sull'eccessiva rigidità nell'incontro tra domanda ed offerta di lavoro per gli immigrati», espressa da D'Elia del Ccd-Cdu.

Non piace ai Ds Nigra e Battaglia l'idea che il datore di lavoro assuma l'extracomunitario che gli verrà offerto dalle ambasciate, eliminando la chiamata preventiva e la figura dello sponsor. Senza contare che con il provvedimento che sostituisce la legge Turco-Napolitano «aumenterà il costo del lavoro, con le spese di rimpatrio a carico di chi assume», per il quale proliferano le pratiche burocratiche, sostiene Nigra.

I diessini rilevano inoltre che se si procrastina ancora l'approvazione del decreto sui flussi per il 2002, si alimenterà l'immigrazione clandestina, cresciuta da quando il centro-destra è al governo. Mascia (Prc) contesta la filosofia alla base dell'introduzione della raccolta delle impronte digitali per chiunque chieda il contratto di soggiorno, cioè che «gli stranieri sono tutti potenziali criminali». Mentre già l'attuale legge prevede il prelievo delle impronte per chi commette reati, in linea con l'Ue.

Il sottosegretario all'Interno Mantovano replica punto su punto.
Per le impronte, esiste già un apparecchio, presentato allo Smau, con il quale «basterà avvicinare il dito ad un sensore per dare la certezza dell'identità», che è «un obiettivo necessario per tutti», italiani compresi, con la carta d'identità elettronica. Dal 15 giugno 2001 al 30 aprile 2002 «le espulsioni sono aumentate del 30%, del 54,7% gli arresti dei trafficanti e del 40,5% i sequestri dei mezzi usati per il trasporto di clandestini». Gli sbarchi, invece, «sono aumentati del 3,6%, a fronte di emergenze internazionali». Il sottosegretario ritiene, poi, che il raddoppio dei tempi massimi di sosta nei centri d'accoglienza consenta «un maggiore successo nell'identificazione e nell'espulsione» degli irregolari. Sugli accordi di riammissione, Mantovano annuncia l'intesa sottoscritta con l'Egitto, che prevede un più intenso scambio di informazioni sui natanti sospettati di trasportare clandestini che attraversano il canale di Suez e la formazione della polizia anti-immigrazione de Il Cairo da parte dell'Italia, che manderà «un funzionario di collegamento» in Egitto. In relazione all'arresto per i clandestini, il contratto di soggiorno ed i ricongiungimenti familiari, Mantovano sostiene che sono in linea con gli orientamenti emersi in sede europea, «dove nessuno ha dubbi» anche sulle schedature.

La Marina Militare, inoltre, «viene chiamata a coordinare l'azione delle imbarcazioni della polizia» per respingere le carrette del mare e «salvare vite umane». Lo sponsor, infine, «non ha soddisfatto»: nell'ultimo anno, su 15 mila richieste di immigrati, 6mila sono state effettuate da italiani e le restanti da altri stranieri.

 

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