ALFREDO
MANTOVANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO MINISTERO DELL'INTERNO |
Interventi sulla stampa |
Articolo pubblicato su LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Sezione: CRONACA LECCE di LECCE Pag. 87 ) |
Martedì 16 dicembre 2003 |
Marco Seclì Durissimo attacco del sottosegretario all’Interno al presidente De Riccardis sul rapporto con i politici
Mantovano scuote l’Assindustria
Il ciclone Mantovano si abbatte su Assindustria e scuote dalle fondamenta il palazzo di via Fornari. Un attacco senza precedenti, quello sferrato dal sottosegretario, che punta dritto al numero uno degli industriali salentini, Salvatore De Riccardis. Alfredo Mantovano non ha gradito le critiche del presidente di Assindustria ai «politici troppo impegnati nel balletto delle candidature per interessarsi sul serio ai problemi del territorio e degli imprenditori». Accuse che Mantovano ha bollato come «generiche e qualunquiste» nel corso della registrazione di una trasmissione in onda stasera su Telerama. Ma non solo, perché il rappresentante del governo rimprovera ad Assindustria la propensione allo scaricabarile, quando piuttosto dovrebbe «rimboccarsi le maniche». «Ci sono due diversi modi di porsi - chiarisce - rispetto alle difficoltà che registra il mondo del lavoro salentino: quello di chi crede sia indispensabile rimboccarsi le maniche per attenuarle, prescindendo dagli schieramenti e dalle appartenenze, e quello di chi invece si esercita nel gioco del cerino e, al posto di soluzioni, pensa a individuare su chi deve scaricare le responsabilità della situazione. È evidente che, scegliendo questa seconda linea, si viaggia su affermazioni generiche e qualunquistiche». Ed è proprio così che interpreta «alcune uscite del presidente dell'Assindustria di Lecce». Mantovano, però, non ci sta a finire nel calderone dei politicanti. «Io non mi sognerei mai di dire che tutti gli imprenditori salentini sono dei truffatori perché una parte, non marginale, si trova sotto la lente della magistratura per vicende legate alla 488 o per turbative d'asta negli appalti pubblici. E perciò pretendo reciprocità: è necessario che si facciano le dovute distinzioni». Tanto più che il sottosegretario all'Interno rivendica il proprio impegno nel tentativo di risolvere alcune delicate vertenze. «Quando Assindustria e altre categorie hanno posto il problema dell'Omfesa - ricorda - sui binari delle stazioni occupate qualcuno ci è andato e qualcuno no. E chi ci è andato ha avviato un percorso che, sia pure a fatica, si sta ancora portando avanti attraverso contatti continui con Trenitalia e con Omfesa». Stesso discorso sul Tac: «All'incontro convocato da Assindustria e sindacati alcuni politici erano presenti e altri no. Ma pure in questo caso è stato avviato un percorso in una sede qualificatissima come il ministero dell'Economia, con i viceministri Baldassarre e Viespoli. A chi e a cosa giova, allora, fare di tutta l'erba un fascio?». E torna a bacchettare Assindustria: «De Riccardis ha lamentato un'attenzione tutta rivolta alle candidature e per nulla ai programmi. Ma quando Saverio Congedo annunciò che An stava lavorando sui programmi e che sarebbe stata ben lieta di recepire i suggerimenti della categorie, liquidò l'invito come "campagna elettorale". Questo atteggiamento qualunquistico andrebbe finalmente messo da parte per privilegiare l'approfondimento dei problemi». Le esternazioni di Mantovano hanno poi interessato le provinciali. Anche in questo campo una rivendicazione («un modesto contributo», lo definisce): «L'aver aiutato, con la mia apertura a Forza Italia sulla candidatura, a compattare il centrodestra. Cosa non di poco conto se si osserva ciò che avviene nello schieramento opposto, dove addirittura si paventa l'ipotesi di arrivare alle elezioni con una doppia candidatura». E, nel segno della continuità del percorso unitario della Cdl, arriva l'annuncio del «ticket»: «Credo che, trascorse le festività, non ci saranno difficoltà a ufficializzare non solo il candidato presidente del centrodestra, ma anche la candidatura del vicepresidente. Una sorta di ticket, sempre all'insegna dell'unità». Ed è chiaro che, se il leader va a Forza Italia, il vice tocca ad An. «Mi sembra - commenta Mantovano - un ragionamento che sta nei fatti, ma è una valutazione che lascio all'autonomia delle segreterie politiche». Ma se la Cdl pare andare d'amore e d'accordo verso l'arrembaggio della Provincia, a palazzo Carafa la situazione è ben diversa, con una parte di An (proprio quella a lui più vicina) in ebollizione nei confronti di qualche partner. Il sottosegretario, però, sull'argomento svicola: «Ne ho letto sui giornali, non ne so nulla di più, sono stato pochissimo a Lecce. E poi credo si debba rispetto ai distinti ambiti decisionali: sono certo che all'interno del gruppo di An, e in accordo col sindaco e col presidente provinciale, se davvero esistono divergenze, saranno appianate».
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